Partono i patti di rappresentanza con le categorie economiche promossi dall'onorevole Francesco Bosi. In un incontro con la Coldiretti Toscana, il candidato alla presidenza della Regione Toscana per l'Udc ha inserito nel suo programma per i cinque anni della prossima legislatura regionale le problematiche segnalate dall'associazione di categoria. Bosi ha accolto la richiesta del presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli e del direttore Roberto Maddè di impegnare la politica toscana alla realizzazione di un grande sistema agroalimentare, puntando alla costruzione di una filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori, investendo sui valori distintivi dei nostri prodotti, assicurando competitività e pari opportunità all'agricoltura, impegnandosi nella lotta alla contraffazione con l'applicazione della legge sulla etichettatura obbligatoria dell'origine di tutti i prodotti agricoli e alimentari.
Si è anche convenuto sull'opportunità di una profonda modifica della discussa gestione dei consorzi di bonifica che in Toscana sono diventati uno strumento di collocamento di politici ex amministratori pubblici. Bosi si è impegnato anche ad impegnarsi sulla proposta di una sostanziale privatizzazione di questi consorzi nei quali dovranno trovare largo spazio i privati proprietari delle aree interessate alla regimazione delle acque anche con nuovi criteri di contribuzione esentando da questi tributi una parte della popolazione. “Il nostro programma – dice Francesco Bosi – è perfettamente in linea con i principi che animano il progetto a cui Coldiretti sta lavorando.
Nella loro proposta emerge una grande attenzione alla famiglia, che per noi è e resta centrale. Altra parola chiave è l'impresa. Crediamo nella competitività, per questo ci impegneremo per lo snellimento e la semplificazione delle pratiche burocratiche, l’eliminazione dei costi e dei vincoli amministrativi ingiustificati; l’introduzione generalizzata dello “sportello unico” e del silenzio/assenso in tutte le procedure amministrative; la revisione degli studi di settore tenendo maggiormente conto delle specificità di categoria e territoriali; la detassazione di parte degli utili reinvestiti in impresa”.