«Sul progetto del rigassificatore di Rosignano siamo disponibili a ragionare, ma senza smarrire la rotta e senza dimenticare la bussola rappresentata dal Piano energetico regionale. Il nostro obiettivo è riuscire a trovare un punto di equilibrio virtuoso, e al tempo stesso dinamico, tra assetto industriale intorno al polo Solvay e sviluppo turistico dell'area». Il presidente della Regione, Claudio Martini, ha concluso con queste parole l'incontro che ha avuto questa mattina a Firenze con la delegazione dei contrari al progetto di Edison per la realizzazione di un rigassificatore a Rosignano. Erano presenti, tra gli altri, i due portavoce, Monica Ciucchi e Augusto Menconi, Giovanni Guidi di Confcommercio, Paolo Biasci di Confesercenti, Simone Ferri Graziani di Coldiretti, Giovanni Conte di Confartigianato, oltre ai rappresentanti dei Comunisti Italiani, Giacomo Luppichini, di Rifondazione comunista, Giorgio Franconi e di Sinistra ecologia e libertà, Mario Baldeschi e i consiglieri regionali Mario Lupi dei Verdi per la pace e Aldo Manetti di Rifondazione comunista-Sinistra europea. «Le divisioni sono anche indice di democrazia, ma occorre ricomporre la frattura – ha aggiunto il presidente Martini – esistente oggi all'interno di una comunità locale spaccata verticalmente.
Credo che da questo punto di vista la legge regionale sulla partecipazione possa dare un contributo notevole, guidando la discussione e giungendo ad un pronunciamento vero su un progetto compiutamente definito». Gli ospiti hanno consegnato al presidente un documento, curato dal Gruppo consiliare “A sinistra per Rosignano”, in cui hanno sintetizzato le ragioni del loro “no”. Martini ha detto che lo consegnerà sia all'assessore regionale all'ambiente che al comitato tecnico regionale che aveva espresso un parere positivo, accompgnandolo da una sessantina di prescrizioni.
«In Toscana – ha concluso Martini, che ha ricordato come sia pur in presenza di un via libera tecnico si è assunto l'onere di esprimere il “no” della Giunta regionale – così come in politica, c'è bisogno di rigore, anche se di fronte ad elementi nuovi e finora non ancora valutati siamo pronti a riaprire la discussione». Tiziano Carradori