“Vietato a cinesi se non parlano italiano”. E' il messaggio che compare sul cartello affisso da un commerciante di Empoli all'entrata del proprio negozio di abbigliamento. “Si tratta di una cosa seria e grave. Dobbiamo stare attenti al rischio di far crescere questi sentimenti in città”. Così Luciana Cappelli, sindaco di Empoli, ha commentato l'episodio aggiungendo: “Empoli non tollera questi gesti, è una città che ha forte il valore dell’integrazione.
Come amministrazione comunale vogliamo stigmatizzare questo comportamento. La polizia municipale ha già effettuato un sopralluogo. Acquisiremo tutti gli elementi del caso, poi valuteremo quali azioni intraprendere, perché vogliamo assolutamente evitare che simili iniziative possano ripetersi”. Da parte sua, il commerciante autore dell'iniziativa, intervistato da alcuni quotidiani locali, ha rispedito al mittente qualsiasi critica di razzismo parlando, invece, di “provocazione” perché, sempre a suo dire, un gruppo di cinesi che comprende e parla italiano, ormai da qualche tempo entrerebbe nel negozio solo per osservare come sono cuciti i vestiti. A noi tuttavia sorge una curiosità: “Vietato a cinesi se non parlano italiano” in quale lingua è scritto? Solo e semplicemente in italiano? Beh, se così fosse chi l'italiano non lo parla, difficilmente riuscirà a leggerlo e comprenderlo e dentro al negozio, magari per dare un'occhiata e nulla più, entrerà lo stesso.
Con buona pace del commerciante.