I Vigili del fuoco del distaccamento ovest, sono intervenuti poco dopo la mezzanotte del 9 novembre all'ospedale San Giovanni di Dio, per svuotare una cabina di trasformazione di energia elettrica invasa dall’acqua. La cabina alimenta il pronto soccorso. La rottura di una tubazione ha causato la fuoriuscita dell’acqua. La squadra ha lavorato quattro ore con una idrovora per liberare la centrale elettrica.
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“All'improvviso l'inferno. L'alluvione ha devastato la nostra cooperativa Luigi Morelli, noi siamo responsabili della pulizia degli ambienti sanitari all'interno degli ospedali di Prato, Lucca, Pistoia. La sera del 2 novembre è successo di tutto, l'acqua ha spazzato via circa 100mila euro tra macchinari e prodotti a Prato. In un attimo, tutto da buttare. Eppure se penso a questi giorni ho i brividi: coinvolti oltre 100 tra soci e dipendenti che non hanno mollato di un centimetro. E oggi torniamo a regime a Prato”. La storia di Lorenzo Giuntini, della cooperativa Luigi Morelli, è l'esempio perfetto in una città, Prato, che ha subito qualcosa di inimmaginabile ma che non hai pensato di mollare nonostante il fango a casa, nelle aziende, nelle scarpe. Ovunque.
“Noi lavoriamo h24 e il 2 novembre i miei colleghi stavano facendo il turno notturno – racconta Giuntini -. Ad un certo punto mi chiamano. Guarda, qui sta succedendo il finimondo. Ho assistito in diretta telefonica al caos. I nostri locali sono al -1, vi potete immaginare cosa è accaduto. Il magazzino è andato sott'acqua in pochissimo tempo, c'erano 1,7 metri di acqua, qualcosa di assurdo. I miei colleghi hanno rischiato, ma sono andati via in tempo. E il resto, purtroppo lo abbiamo visto il giorno successivo”.
Sì, perché come sempre accade in momenti di questo tipo all'inizio giustamente cerchi di salvarti e poi fai la conta dei danni. E stavolta è pesante. “Circa 100mila euro – ribadisce Giuntini -. La polizza del gestore copre solo i danni agli impianti, quindi in pratica di tutta la nostra roba da buttare non rimane niente. Solo molta tristezza. Abbiamo la sede a Capannori, vicino Lucca e non avevamo mai visto una cosa simile. L'acqua è salita rapidamente, non siamo riusciti a mettere in salvo niente a Prato”.
Dal giorno successivo all'alluvione, riorganizzate le idee, sono successe due cose straordinarie. La prima riguarda il personale, la seconda la tipologia di servizio. “Sì, è vero – continua Giuntini -. Posso solo applaudire chi è intervenuto. Il giorno successivo abbiamo solo intravisto la situazione, l'acqua era troppo alta, solo tra domenica e lunedì siamo riusciti a iniziare un po' a risistemare. Ma nessuno di noi ha mollato. Tutti uniti, tutti sempre a lavoro, eppure situazioni difficili a livello privato c'erano.
Incredibile. Pensare che in una settimana riapriamo l'impianto di lavanderia fa capire cosa siamo riusciti a fare”. Il secondo aspetto da sottolineare è appunto il servizio che non si poteva fermare, dovendo gestire la pulizia di ospedali: “Abbiamo fatto avanti e indietro dalla località più vicina a Prato dove avevamo un magazzino con lavatrici, ovvero Pistoia – dice Giuntini -. E ce l'abbiamo fatta. È stata dura ma ce l'abbiamo fatta. Spesso abbiamo anche utilizzato attrezzature e strumentazioni monouso quando, per motivi anche di tempo, non riuscivamo ad andare a Pistoia.
Siamo comunque riusciti a garantire il servizio e questa è la cosa che conta. E poi ci hanno aiutato anche persone di altri appalti, colleghi da Massa, da Lucca, da Firenze. Tutti hanno risposto presente”. E ora? “Ora torniamo più forti di prima. Abbiamo dato una bella dimostrazione di forza”.
Solidarietà è stata espressa da Confcooperative Toscana attraverso la presidente Claudia Fiaschi: “Storie come questa dimostrano la forza delle terre alluvionate, delle loro persone – afferma -. Noi vogliamo esprimere ancora una volta solidarietà verso i parenti delle vittime, siamo vicini a tutti loro e a tutte le persone colpite da questa catastrofe. E massima solidarietà a tutte le cooperative che stanno operando nelle zone alluvionate. Vorrei ringraziare tutti i cooperatori, le persone che si sono messe a disposizione per dare un aiuto nelle zone colpite”.