Tante le assenze. Molta la stanchezza. Sembrano questi i due fattori determinanti nello stop dei viola a Verona. Una squadra priva di elementi importanti, quali Gamberini, Zanetti, Gobbi, Mutu e Jovetic, si è arresa alla dinamicità e al gioco dei padroni di casa che hanno meritato i tre punti. Fin qui la rigida cronaca. Una cronaca che ha raccontato l'impresa non riuscita da parte di Cesare Prandelli: fare di necessità virtù. Quella che era sembrata la regola del mister gigliato, per questa volta, si è mostrata non priva di rapida smentita.
Evidentemente, nel caso di ieri, è riduttivo parlare di semplice necessità visto che, considerati gli elementi indisponibili e quelli fuori condizione, era più giusto parlare di precarietà. Tutto vero. Corretto ma anche non troppo gravoso per togliere qualcosa alla grande stagione della Fiorentina. Unica italiana a qualificarsi in testa nel girone di qualificazione agli ottavi di Champions. Un girone assolutamente difficile con Liverpool e Lione che potevano contare su un'esperienza internazionale di tutto rispetto.
Per quanto riguarda il campionato, la classifica è talmente corta che un paio di vittorie consecutive potrebbero far recuperare il terreno perduto. Certo, in questa stagione, conferme come Genoa, Roma, Milan e Juve (insieme a sorprese come Parma e Cagliari) fanno ben intuire che la lotta per il quarto posta sarà davvero dura. Ma con un gruppo come quello di Prandelli, si può lottare ad armi pari con tutti. Senza contare che buone nuove potrebbero arrivare dal lavoro di Corvino con qualche regalo da scartare nel mercato di riparazione.
Vedremo. Per ora, la Fiorentina c'è ed è pronta a vendere cara la pelle. In Italia come in Europa. Essere tra i grandi, per squadra ed ambiente, significa anche saper soffrire. Senza far drammi, appunto. GS nella foto, tratta da violachannel.tv, Cesare Prandelli
