"Mille nel tunnel. Qualcuno dà per scontato che non succederà mai. Mai un deragliamento. Mai una collisione. Mai un attentato. Ma se capitasse, per la stragrande maggioranza dei superstiti non ci sarebbe altro scampo che farsi in qualche modo da soli fino a due chilometri e mezzo a piedi per raggiungere la base di una discenderia. Ci sarebbero, sì, leggiamo sulle cronache, due mezzi bimodali capace di arrivare in prossimità dell’incidente. Ma quanti soccorritori sarebbero a bordo? Certamente assai pochi a fronte dei circa 1000 passeggeri potenzialmente coinvolti da un incidente fra due treni Tav". E' l'allarme lanciato alla vigilia dell'entrata in funzione dell'alta velocità nel tratto appenninico fra Firenze e Bolgona dall'associazione fiorentina Idra che aggiunge: "E anche lì, alla base della discenderia sottoterra, resta da capire chi e come interverrebbe.
Dopo mesi di richieste di informazione, nessuna risposta è stata ancora fornita a Idra dagli organismi competenti, a partire dai Vigili del Fuoco, sulle dotazioni di cui si dispone, sull’organizzazione del soccorso, sull’addestramento e la formazione del personale". "Una volta salite le lunghe e ripide discenderie, poi, si presentano nuovi punti interrogativi: chi garantisce l’efficienza diurna e notturna, in tutte le stagioni, alla viabilità di accesso agli imbocchi delle gallerie e alle discenderie, alle piazzole di soccorso, alle superfici a disposizione degli elicotteri, alla relativa segnaletica? Chi attua i lavori conservativi necessari ad assicurarne la corretta manutenzione?" si chiede ancora l'associazione. Idra ha chiesto in una lettera raccomandata inviata il 25 novembre ai sindaci del Mugello di far conoscere i particolari di questa pianificazione.
Nessun riscontro al momento. Nel ’95, quando si provvede a licenziare il progetto di costruzione della tratta, “alla superficialità si accompagna – afferma il Pm Gianni Tei nella requisitoria al processo celebrato presso il Tribunale di Firenze e conclusosi con la condanna dei costruttori - un elemento nuovo, che è quello della fretta. C’è una scadenza: 27 luglio 1995. Bisogna approvare questo progetto. (...) Ciò che si può rilevare è come nella primavera-estate del 1995 siano maturate le condizioni politico-economiche per cui si è ritenuto di dover chiudere in tempi rapidissimi la conferenza dei servizi per l’approvazione dell’opera”.
Per questo l’associazione ecologista fiorentina ha scritto tre giorni fa all’unico interlocutore istituzionale mostratosi, a suo dire, trasparente sulle criticità dell’apparato di sicurezza TAV, l’assessore alla Mobilità del Comune di Bologna Simonetta Saliera, e le ha proposto la convocazione di un incontro fra tutti i sindaci della tratta toscana e emiliana del tunnel TAV, Idra e il Comitato bolognese di Via Carracci, per fare il punto sulla situazione. Il 7 dicembre scorso Idra ha chiesto ai Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna di far conoscere almeno i risultati delle esercitazioni avvenute nel tunnel.
A oggi, ancora nessuna notizia è in possesso dell'associazione.