Presepi provenienti dalle regioni italiane e da alcuni paesi del mondo, opera di artisti ed artigiani, sono esposti nella mostra “I miei presepi. Dalla tradizione alla storia, viaggio attraverso il mondo”, che raccoglie venticinque presepi collezionati nel corso degli anni da Carlo Rizzo, grande appassionato e conoscitore. La mostra, ospitata nei nuovi locali comunali in piazza Mino a Fiesole, viene inaugurata sabato 12 dicembre alle ore 17:30 e resterà aperta fino al 6 gennaio 2010 tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 18 (chiusa il 24, 25 e 31 dicembre).
L’ingresso è libero. Quelle esposte sono vere e proprie opere d’arte, dai classici presepi napoletani a quelli più esotici, realizzati con i materiali più vari: dalla terracotta alla cartapesta, dal gesso alla stagnola e ancora dal legno al bronzo e alla stoffa. Un viaggio che fa scoprire come vengono riprodotti tutti i personaggi e i luoghi della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello alle pecorelle. I presepi di Rizzo portano in ogni angolo della terra, dalle sterminate savane d’Africa alle cordigliere delle Ande, dall’arcipelago delle Filippine ai ghiacci dei Poli, facendo il visitatore protagonista di un piccolo mondo in cui convivono culture e storie diverse. "Capannucce in città" Quest’anno le famiglie fiorentine non hanno atteso neanche il tradizionale appuntamento con la festività dell’Immacolata per realizzare il presepe: sono già tantissime, infatti, le iscrizioni arrivate a "Capannucce in città", la manifestazione che da otto anni premia tutti i bambini e ragazze che realizzano o aiutano a realizzare in casa, in parrocchia o a scuola il presepe, vero significato del Natale.
Sarà stata la felice coincidenza con il ponte o – più probabilmente – la grande voglia di sentire lo spirito della ricorrenza della nascita di Gesù a spingere tanti bambini a metter mano alle scatole dove sono riposti gli oggetti tipici del Natale e a disporre pecorelle e pastori attorno alla capanna già dagli ultimi giorni di novembre. Anche l’arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori ha inviato una lettera ai bimbi (firmata con un semplice "Giuseppe, il vostro Vescovo"), invitandoli a riportare al centro delle festività la nascita di Gesù bambino.
“Si avvicina il Natale, i giorni della festa e dello scambio dei doni – ha scritto il Vescovo -. Il perché di tutto questo sta in un dono grande che ci ha fatto Dio stesso. Duemila anni fa Dio ha donato al mondo suo Figlio, nato da Maria a Betlemme. Fare il presepe e metterlo al centro di tutti i nostri doni è un modo concreto per ricordare che quel grande dono che è Gesù per noi è la fonte di ogni bene per l’umanità, la sorgente di quell’amore di cui i doni che ci scambiamo vogliono essere un segno.
Vi invito quindi anche quest’anno a fare la capannuccia nella vostra casa e nella vostra scuola. Facciamoci il dono del presepe, per testimoniare a tutti che il vero dono che attendiamo per Natale è Gesù e il suo amore”. L’iniziativa è organizzata dal Comitato promotore presieduto da Paolo Blasi con segretario (e fondatore dell’evento) Mario Razzanelli. L’iscrizione è gratuita attraverso il sito www.capannucceincitta.it. Tutti i partecipanti saranno premiati dall’arcivescovo con un diploma e un presepe etnico proveniente dalle missioni in Mato Grosso, sostenute dalla manifestazione.
La premiazione sarà il 5 gennaio 2009 alle 16 nella chiesa di San Gaetano a Firenze con la partecipazione dei bambini del Piccolo Coro Melograno. L’evento è finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Qualche curiosità Dalle prime iscrizioni, riscontriamo che son tornati di ‘moda’ i presepi di grandi dimensioni: spesso viene allestito un intero angolo di una stanza di casa con montagne, piani rialzati, fiumiciattoli. Piacciono molto i presepi artigianali e molti bambini stanno aiutando i genitori (ma molto più spesso i nonni) a realizzare capannucce e casette con materiali di scarto.
Una nuova moda riscontrata nelle ultime edizioni di Capannucce in città è esporre più presepi di dimensioni e origini diverse (molto amati i presepi etnici) da esporre non solo a Natale, ma durante tutto l’anno.