La Casa d’Aste Pandolfini chiude il 2009 con tre importanti appuntamenti. Si inizia lunedì 14 dicembre con Argenti, gioielli e orologi da polso, martedì 15 sarà la volta di Arredi, mobili antichi ed oggetti d’arte, per finire mercoledì 16 con Dipinti, sculture e disegni dei secoli XIX e XX. La prima sessione presenta un ricco catalogo di circa 400 lotti, dove tra gli argenti spiccano, in particolare, quattro candelieri, Londra 1748 e 1755, facitore William Grundy, con fusto a balaustro, nodo scanalato, terminante con elemento quadrilobato e cesellato a foglie stilizzate, base quadrata sagomata, bobeches ornate ai quattro angoli da elementi fogliacei (alt.
cm 21,5, g.2.500), due dei quali recanti etichetta in carta Collezione Petochi Roma (stima 4.200/4.800 euro). Sempre con etichetta della stessa collezione, abbiamo un classico boccale Tankard, Londra 1813, facitore Benjamin Smith, con corpo cilindrico, ornato alla base da una fascia cesellata ed incisa a baccellature e nella parte superiore da una cornice a piccoli fiori, coperchio cesellato a motivo analogo alla base e parte centrale decorata da un elemento a foglie cesellate, presa a voluta vegetale (alt.
cm 16,5, g 1180) (stima 2.000/2.500 euro). Di Mario Bucellati sono presenti due scatole da tavolo, di forma rettangolare, la prima in argento sterling con coperchio decorato a bulino con veduta dell’Arco di Settimio Severo, da una stampa del Piranesi (stima 1.800/2.500 euro), mentre la seconda ha sul coperchio una veduta di Venezia e reca l’iscrizione La Visita, da un disegno di Francesco Guardi (stima 1.200/1.500 euro). Per quanto riguarda i gioielli, invece, uno dei lotti di maggior pregio è un bracciale in oro giallo, smeraldi, diamanti e smalti, realizzato a cerchio rigido con le due estremità realisticamente modellate a testa di pantera contrapposte, ciascuna decorata in smalti avorio, nero e rosso, il muso in brillanti, gli occhi in smeraldi cabochon, g 87, en suite con la spilla (stima 3.200/4.000 euro). Gli appassionati di orologi da polso troveranno vari modelli interessanti come un Rolex Oyster Perpetual Cosmograph Daytona, ref.
6239, cassa n. 923364, 1963, in acciaio, cassa in tre corpi con fondello e corona Twinlock a vite, pulsanti a pompa, lunetta graduata con scala tachimetrica a 300 unità. Il quadrante è nero matt con contatori argentè a rigature concentriche, indici applicati e lancette a bastone, secondi cronografici bianchi al centro. Movimento a carica manuale calibro 72B. Bracciale a maglie Oyster con chiusura deployante. Diam mm 36 (stima 14.000/18.000 euro). La seconda tornata d’asta è dedicata ad arredi, mobili antichi ed oggetti d’arte, con circa 300 lotti in catalogo.
Di questi, 122 riguardano i mobili, di cui si segnala, tra gli altri, una coppia di consoles, della metà del XVIII sec., dell’Italia centrale, in legno intagliato, dipinto avorio-oro, con piano sagomato e incassato in marmo bianco, pendaglina a volute traforate e centrata da conchiglia, gambe sinuose decorate da foglie d’acanto a rilievo e riunite da crociera centrata da vaso e piedi a ricciolo, provenienti dalla Galleria Sangiorgi di Roma (stima 20.000/25.000 euro). E ancora un Bureau trumeau, Emilia, fine sec.
XVIII, in noce e radica di noce riccamente intarsiata a motivi floreali e profili classici, parte superiore con cimasa sagomata, due sportelli con specchi poggiante su piedi a sfera schiacciata in legno ebanizzato, nella parte inferiore sportello a ribalta e scarabattolo interno con cassettini, tre cassetti sottostanti, gambe troncoconiche scannellate decorate a squame e piccole foglie in rilievo (stima 16.000/22.000 euro). Proviene da Venezia, un raro cassettone scrivania della metà del XVIII sec.
in legno intagliato e decorato a lacca povera nei toni del blu, dell’azzurro e del rosso, sportello a ribalta, scarabattolo interno con cassetti e vani a giorno, due cassetti appaiati sotto al piano e due sottostanti, gambe mosse su piedi a zoccolo stilizzato, interamente decorata a riserve sagomate in campo blu con bordo rosso oro a paesaggi classici e composizioni floreali (stima15.000/20.000 euro). Indichiamo anche due credenze di una certa importanza. Una è della Germania meridionale, in parte del sec.
XVII, realizzata in quercia scolpita e riccamente intarsiata con essenze varie a motivi fitomorfi e vedute prospettiche, piano rettangolare con angoli scantonati, un grande cassetto nella fascia decorato da protomi leonine e intarsiato a girali vegetali, due sportelli frontali intercalati da mensoloni in alto rilievo sormontati da cariatidi scolpite e decorati con vedute prospettiche di portici. Sui fianchi reca grandi composizioni floreali in vaso, con basamento modanatoe piedi anteriori a palla.
Il mobile è stato assemblato nella seconda metà del secolo XIX, utilizzando elementi del secolo XVII (stima 4.000/6.000 euro). L’altra viene dal Piemonte, è degli inizi del sec. XVIII, in noce intagliato a patina scura, piano rettangolare con angoli scantonati, cinque cassetti nella fascia decorati con formelle in rilievo, fronte a due sportelli intervallati da lesene e decorati da pannelli lobati, base modanata, piedi a mensola, in patina originale (stima 5.000/7.000 euro). L’arte della scagliola è rappresentata in quest’asta da un bel piano, datato 1781, proveniente da Carpi.
Ha un bordo esterno a finto marmo, il pannello centrale è decorato in bianco su fondo nero con la raffigurazione della Terra al centro tra grottesche e giochi di putti, inquadrata da una cornice con cavalieri, leoni e putti che giocano. La scagliola è completa di base modellata a vasi in legno intagliato e argentato (stima 10.000/15.000 euro). Infine sempre per la sezione dei mobili abbiamo una coppia di divani da portego, veneti della metà del sec. XVIII, in noce intagliato a patina scura, spalliera sagomata centrata da conchiglie, cartelle traforate a vaso, braccioli a giorno su sostegni mossi, fascia anteriore sagomata e decorata a motivi rocaille, gambe anteriori mosse su piedi a zoccolo stilizzato, sedili ricoperti in pelle (stima 5.500/6.500 euro). 130 sono i lotti di cui si compone il catalogo degli oggetti antichi che andranno all’incanto sempre martedì 15 dicembre.
Non si può non soffermarsi su un pregiato Altarolo con Crocefisso e Dolenti, Genova, fine sec. XVII, il Cristo Crocefisso è in bronzo dorato su una croce con base a forma architettonica in ebano filettato in avorio ed intarsi in tartaruga, proveniente da Villa Medicea di Lappeggi (stima 15.000/20.000 euro). Si distinguono per la fattura due Pissidi, una dell’Europa del nord, del XVII sec, in avorio, con piede circolare intagliato a volute, fusto realizzato da tre putti a tutto tondo che sostengono la coppa intagliata a scene di vendemmia con amorini, coperchio con finale scolpito a due putti con gabbietta, uccellino e mandola, montata su base a plinto in legno ebanizzato, alt.
cm 33 (stima 7.000/8.000 euro). L’altra, lombarda della fine del sec. XVII, in metallo ageminato e dorato, con coppa decorata da racemi floreali, mascheroni e volatili, sul recto e sul verso, entro riserve ovali sagomate le rappresentazioni di Atena e Erote alato, fusto a balaustro con nodo schiacciata e piede circolare analogamente decorati, coperchio con bordo inciso a baccellature e decorato da profili femminili entro riserve ovali a cui si alternano mascheroni e tralci vegetali dorati, finale a cupola, alt.
cm 23,5 (stima 9.000/10.000 euro). Sempre in questa sessione troviamo una coppia di vasi ad urna del sec. XVIII, in marmo verde su basi a plinto in marmo giallo, verde e nero, alt. cm 28 (stima1.800/2.200euro). Tra le maioliche possiamo segnalare un piatto, Faenza, Cà Pirota, 1520-1530, fondo berrettino, ampia tesa decorata a grottesche, cavetto con raffigurazione della Vergine su fondo giallo, retro decorato da cerchi concentrici nei toni del giallo e del blu (stima 12.000/14.000 euro), e ancora un vassoio, Faenza, sec.
XVII,decorato in stile compendiario,cavetto decorato da putto alato, bordo buccellato (stima 2.000/2.500 euro). Mentre per le porcellane, tra le altre, un servito di piatti, Limoges, manifattura Haviland, sec. XX, fondo bianco con decoro floreale e monogramma FP in policromia e bordo oro 24 carati, composto di sessantuno pezzi (stima 2.500/3.000 euro), e un servito di piatti, manifattura di Meissen, in porcellana decorata "a cipolla", in bianco e blu per complessivi trecento pezzi (stima 5.000/6.000 euro).
Della manifattura Ginori, in asta anche una coppia di gelatiere, inizi sec. XIX, di forma cilindrica in porcellana bianca decorata a motivo “del tulipano” complete di coperchio con presa a volute contrapposte, alt. cm 28 (stima 10.000/15.000 euro). Indichiamo anche un nucleo di oggetti realizzati da Gio Ponti per la manifattura Richard Ginori del 1930 circa, come un Vaso globulare, ceramica fondo ocra con decorazione nei toni del grigio a motivo della Sirena prolifica, firmato, alt. cm 28, con sul fondo il marchio in nero Ginori 1185 Gio Ponti (stima 10.000/15.000 euro), un soprammobile modellato a pesce in porcellana nei toni del grigio-violetto, cm 28,3x18,5 (stima 1.800/2.500 euro); e infine un servito da tè, modello "Barbara", in ceramica fondo ocra e bordi arancioni, teiera, lattiera e zuccheriera di forma globulare (stima 2800/3.200 euro). Non mancano alcune curiosità come una formella, Belgio, sec.
XVIII, di forma ovale, in avorio scolpito ed intagliato a putti giocosi, entro cornice in legno (stima 7.000/8.000 euro), oppure una sezione di zanna, del sec. XVIII, sempre in avorio intagliato, con raffigurata una scena di Diana al bagno con Naiadi (stima 3.800/4.200 euro). E infine chiudiamo questo rapido e non esaustivo sguardo sulla seconda tornata con i tappeti, dove troviamo, per es., un Tappeto Heriz, sec. XIX, fondo rosso mattone con medaglione a cuspide blu, nel campo decori stilizzati con foglie e fiori avorio, verde e rosa, ai lati riquadri verdi e rosa, bordura blu con borchie avorio, cm 440x345 (stima 5.500/6.000 euro), e ancora un Tappeto Savonnerie europeo, più precisamente austriaco degli inizi del sec.
XIX, fondo verde chiaro con al centro medaglione rosa, nel campo bouquet di fiori variopinti, ai lati ampia bordura rosa con decori a grottesche color avana, avorio e giallo, ai quattro angoli decoro a scudo nei toni del beige, cm 495x380 (stima 4.500/5.000 euro)
Mercoledì 16 dicembre è la volta di dipinti, sculture e disegni dei secc. XIX e XX. Una sessione composta da 200 lotti circa.
Nella sessione dei dipinti andranno battuti, tra gli altri, Laguna Chioggiotta, un olio su tela di Mosè Bianchi (Monza 1840 - 1904), firmato e datato 1890 (stima 55.000/65.000 euro), uno splendido Meriggio al Porto, acquerello su cartoncino, opera di Vincenzo Cabianca (Verona 1827 - Roma 1902) (stima18.000/22.000 euro), una Veduta del Lago di Como di Frederick Lee Bridell (Southampton 1830-Kensington 1863), olio su tela, firmato e datato 1861 (stima 20.000-25.000 euro), e infine Cineserie di Galileo Chini (Firenze 1873-1956), olio su compensato, firmato (stima 20.000/25.000 euro).
Casa d’Aste Pandolfini
Palazzo Ramirez-Montalvo, Borgo degli Albizi 26, 50122 Firenze
tel.
055/2340888, fax 055/2444343, www.pandolfini.it, info@pandolfini.it