di Marco Bazzichi Siamo andati a trovare il sindaco di Firenze, Matteo Renzi primo, detto Fi-Renzi, il mercoledì mattina, nel giorno cioè in cui riceve i cittadini. Davanti a noi ci sono due persone, dopo di noi una. Totale: quattro. E' questa la media dei ricevimenti infrasettimanali, destinati inevitabilmente a scomparire nell'oblio. Renzi infatti, come ogni politico, si deve scontrare con l'apatia che tutto ciò che riguarda le istituzioni e la cosa pubblica suscita ormai nelle persone. Renzi: “Guardi che quella è la città” d.: “Come scusi?” Renzi: “Il nome, Firenzi.
Non è il mio soprannome, è il nome della città più bella del mondo che io mi trovo provvisoriamente e immeritatamente a governare.” d.: “Firenze, la città si chiama Firenze” Renzi: “Ah.” [prende nota su una agenda] d.: “Che sta facendo?” Renzi: “Niente, niente...sto bocciando un progetto appena approvato in commissione toponomastica” d.: “Ah...già che ci siamo...” Renzi: “sì?” d.: “quell'ìdea di cambiare in ...renzi la desinenza di tutti i verbi terminanti in ...re...” Renzi: “Che c'è che non va?” d.: “a parte che tutti i verbi italiani finiscono in ...re, cioè in are, ere o ire...li avrebbe cambiati tutti, ma forse avrebbe così giustificato l'accusa di egocentrismo e di culto della personalità che in tanti già le rimproverano” Renzi: “Mah.
Allora restringiamola ad alcuni termini più importanti per la comunicazione politica” d.: “Ad esempio?” Renzi: “Coerenzi, differenzi, governarenzi...comanderenzi” d.: “Veda un po' lei. Se l'ascoltano...” Renzi: “A me piacciono molto i giochi di parole!” d.: “Ah sì, eh?” Renzi: “Certo! Riciclabilandia, a passo duomo, facce nuove a Palazzo Vecchio...” d.: “Efficaci” Renzi: “Come no? Anche Matteo non è il mio vero nome” d.: “Ah no?” Renzi: “E' un anocrimo” d.: “Un acronimo” Renzi: “No, no un anocrimo.
Sta per Ma, te oh?” d.: “Come scusi?” Renzi: “sta per ma-te-oh? Tipo: ma, te, oh, cosa pensi di questo e quello? ma, te oh, ti piace l'arte? ma -te - oh, sei un gobbaccio maledetto? E così via” d.: “E tramvia per cosa sta?” Renzi: “Quello è un anocrimo esortativo. Sta per: “tram, via, vedi di partire!” d.: “E quando parte 'sto tram? Si può sapere quando sarà pronta la tramvia?” Renzi: “Certo”.
[silenzio] d.: “Eh, quando allora?” Renzi: “La tramvia sarà pronta alle 13 e 16” d.: “Ma di che giorno?” Renzi: “Boh” d: “Sapete dire che partirà alle 13 e 16, ma non sapete in quale giorno?” Renzi: “No! Però siamo molto precisi e pignoli nel non sapere le cose. Alle 13 e 16 poi mi farebbe comodo, perché ai' tocco e mezzo si va a desinare” [risate di un collaboratore di Renzi, entrato a portargli un caffè]” d.: “E quali altre cose non sapete con la massima pignoleria?” Renzi: “Eh...un sacco di cose.
Non sappiamo quando inizieranno i lavori di Sant'Orsola, dove arriverà la TAV, se ci saranno le strisce viola dei parcheggi...” d.: “A proposito di parcheggi. Quell'idea da lei sbandierata a fine campagna elettorale...” Renzi: “...no, non vale! La fermo subito!” d.: “Cosa, non vale?” Renzi: “Le idee in campagna elettorale! Non vale tirarle fuori ora!” d.: “Ma come...mi riferivo a quella dei parcheggi dei supermercati!” Renzi: “Fermo! La butto democraticamente fuori! Non vale, quella era campagna elettorale! Parliamo del concreto, di cosa si fa oggi” d.: “E quel fondo per le giovani coppie, coi soldi recuperati dal taglio degli assessori” Renzi: “No-neeeeee.
Allora non vuol capire. Quelle erano cose che volevo fare. Parliamo di quello che ho fatto veramente. La pedonalizzazione.” d.: “E che le devo dire. Parliamo della pedonalizzazione. E' una cosa clamorosa, fatta subito...mi renda la penna Renzi: “Eccogliela. Ho solo cancellato la parte sui parcheggi e le giovani coppie, e ho iniziato a farle domandarmi di Piazza Duomo aggiungendo l'esclamazione, che andrà in bocca a lei, nell'intervista scritta: d.: “la pedonalizzazione del Duomo...gran colpo d'occhio, davvero!” Renzi: “Sì, mi ringrazio.
Anche lì abbiamo incontrato però non poche difficoltà. Inizialmente il progetto della pedonalizzazione del duomo era molto diverso, più avveniristico” d.: “Ma mi renda la penna e il foglio...riprendiamo da qua...Avveniristico?” Renzi: “Sì. Non era banale come ora: prima s'era previsto di tagliare il basamento del Duomo...i gradini, i gradoni per intenderci.” d.: “Sì...” Renzi: “Poi si metteva le rotelline sotto al Duomo... d.: “Sì...” Renzi: “Poi gli si metteva i pedali...” d.: “Sì...” Renzi: “ Eppoi si partiva!” d: “Cioè?” Renzi: “Sì partiva, si partiva.
I turisti montavano sopra il Duomo, e lo portavano a giro per la città pedalando! Così si levava la congestione dal centro e si permetteva a chi sta a Brozzi, a Le Piagge, a Quarto, a Peretola, a Soffiano, al Romito...” d: “Renzi!” Renzi: “...a S. Bartolo a Cintoia...che c'è?” d: “Abbiamo capito che conosce i nomi delle zone di Firenze a memoria” Renzi: “Vabbè. Insomma, si permetteva a tutti questi cittadini ignoranti di vedere l'arte. “ d: “Un'idea molto dalla parte del popolo.
E perché gliel'hanno bocciata?” Renzi: “Eh, me l'hanno bocciata perché non si riusciva a far passare il Duomo da via de' Cerretani, via Calazioli, o via Martelli...insomma non c'era versi di far uscire il Duomo da piazza Duomo. E' incredibile, eh? Ma come hanno fatto, 600 anni fa, a mettercelo in un posto così stretto??? Brunelleschi era veramente un genio!” d: “Eh già” Renzi: “E' come quando devi traslocare, e non sai assolutamente quel cavolo di letto matrimoniale come c'era passato dalla porta, o dalla finestra!” d: “Uguale.” Renzi: “Comunque, siamo dovuti passare dalla pedalizzazione alla pedonalizzazione del Duomo.
Ma a tempo di record!” d: “E' vero. Comunque avete pedonalizzato la piazza, non il Duomo” Renzi: “No no, anche il Duomo” d: “Come il Duomo?” Renzi: “eh sì, perché...ora lo dico senza polemica né vanteria nei confronti della giunta precedente...” d: “Ma?” Renzi: “...ma gli assessori di prima, la Tea Albini e Beppe Matulli, sempre miei grandi amici, eccetera, volevano trasformare il Duomo, il su' di dentro, in un grande parcheggio. Addirittura, il Biagi, altra stimatissima persona, voleva sventrare l'abside e farci passare il traffico.
Per evitare questo, abbiamo dovuto pedonalizzare anche il Duomo, non solo la Piazza.” d: “Incredibile ” Renzi: “Eh, guardi qua: c'era già la delibera pronta, firmata da Tea Albini, guardi!” d: “Incredibile davvero! Renzi: “E si meraviglia? Dopo il parcheggio che inaugurò a Piazza Alberti, questa donna era capace di tutto!” d: “E le Cascine?” Renzi: “Quelle, appena imparo la parola, lo facciamo!” d: “Fate cosa?” Renzi [prende il vocabolario]: “Aspetti, eh. Le ri-quali-fi-chiamo”.
Ecco sì, facciamo la ri-quali-ficazione della Cascine. Bello eh? Chissà che vuol dire!” d: “Beh, c'è da stare sicuri che restituirete questo parco alla città. E come farete?” Renzi: “Innanzi tutto, va pulito. Poi ci si mette tante fontane. Si pota gli alberi, si mette un paio di chioschi, le bici a noleggio, una pista da pattinaggio. Sì sì, tutto bellino” d: “Eh una bella impresa. Costosissima” Renzi: “L'importante è non scoraggiarsi, affrontare le cose a viso aperto, col vento in faccia, mettendoci il muso, dicendo pane al pane...” d: “Ah finito con le frasi fatte?” Renzi “...un'ultima: forza viola” d: “Non c'entrava nulla.
Insomma, come farete con le Cascine, quanto costerà?” Renzi: “Beh, circa due mila euro” d: “Soli???” Renzi: “E Dio bono, le Cascine...sarà 500 metri quadri...” d: “Le Cascine?!” Renzi: “Eh. Si mette du' lampioni più belli e ci siamo” d: “Guardi che le Cascine sono molto ma molto più grandi!” Renzi: “Aspetti. Ha ragione. Ah. Ho sbagliato lo zoom su Google Earth. Maremma santissima. E' molto più grande” d: “E allora?” Renzi: “Boh. Si sentirà il Mattei.” d: “Si trova bene con Mattei come assessore, eh?” Renzi: “Altroché.
Non so se ha notato.” d: “Cosa?” Renzi: “Il cognome. Con lui, siamo due Mattei! La meglio era se si chiamava Renzo. Renzo Mattei! Ma va bene così” d: “Senta, c'è rimasto poco tempo. Avrà notato che ho evitato nelle domande tutto ciò che riguarda i servizi locali, l'acqua in primis, la sanità, la cittadella viola, il lavoro, l'immigrazione, perché non so se ci ha fatto caso, ma non c'è solo la Seves...” Renzi: “No no, non è lei che ha evitato le domande, sono io che lo ho strappato il foglio di mano e ho riscritto quest'ultima parte” d: “La ringrazio”. Renzi: “A voi.”