L 'Associazione per la Difesa dei Diritti delle Persone Non Autosufficienti si occupa da anni della situazione degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie. Lunedì 23 sarà in delegazione a Palazzo Vecchio a chiedere direttamente al Sindaco di impegnarsi. "Abbiamo partecipato all’iter della legge regionale per la costituzione del fondo sulla non autosufficienza e ne abbiamo denunciato il limite, ingiusto e gravissimo, quando abbiamo visto che non si andava oltre una mediazione tutta economica -spiega la Presidente, Anna Nocentini- mentre la legge nazionale prevede che il calcolo del contributo per le prestazioni sociali sia fatto solo sul reddito e patrimonio dell’utente, questa legge ancora una volta chiama in causa i familiari, anche se solo quelli in linea retta.
Non è un compromesso accettabile per le famiglie né fa onore alla Regione Toscana che si vanta, nei confronti di molte altre Regioni, di garantire buoni livelli di sanità e di assistenza. Ma il Comune di Firenze, come quelli dell’area circostante, a distanza di un anno dalla legge regionale, continua ad applicare il vecchio regolamento. Abbiamo chiesto all’assessore Saccardi e al Sindaco di approvare un nuovo regolamento che finalmente rispetti la legge, per tutta risposta ci siamo trovati davanti all’aumento della retta giornaliera.
Una delibera della Società della Salute ratifica un accordo dello scorso aprile con le associazioni delle RSA, nel quale si prevede un aumento di € 1,84 al giorno con decorrenza 1.1.2009 e di ulteriori € 2,03 a far data dal 1 dicembre 2009 (un incremento percentuale del 7,50%), più la rivalutazione in base all’indice ISTAT 2009, a partire dal gennaio 2010. Abbiamo segnalato al nuovo Sindaco quali e quante sentenze dei Tar riconoscano il diritto degli utenti, fino al Consiglio di Stato su un ricorso del Comune di Firenze; abbiamo segnalato le prese di posizione del Garante della privacy, che nega la legittimità delle richieste dei dati a persone diverse dall’utente del servizio; abbiamo ricordato le relazioni del Difensore civico regionale e comunale, che da anni ribadiscono l’illegittimità di queste richieste.
Abbiamo segnalato anche come sia sempre spaventosamente difficile affrontare un percorso come il nostro con i servizi sociali che tutto fanno fuorchè aiutarci e dare informazioni corrette, mentre sembrano solo capaci di farci sentire in colpa o incapaci ad affrontare la situazione familiare. Adesso la Società della salute ha attivato un tavolo per discutere, con le associazioni di rappresentanza delle RSA, le nuove convenzioni ma, contro ogni sistema di concertazione, non vengono neppure ascoltate le associazioni a tutela degli utenti e delle famiglie: per noi si tratta non solo di questioni economiche ma anche dei servizi, della qualità dell’assistenza che viene erogata, della vita dentro la struttura, dei rapporti fra i familiari e le strutture ecc.
In ogni struttura è previsto un Comitato dei familiari ma è noto che non esistono più, e le RSA fanno molte resistenze alle sollecitazioni che vengono dai familiari: altro che trasparenza! Si impegnano a far sì che i familiari non parlino tra loro, che ognuno guardi il suo orticello e basta! Noi vogliamo essere ascoltati durante la trattativa fra Comune e RSA, perché si parla dei nostri vecchi, di servizi pagati da noi, oppure da denaro pubblico che è comunque anche nostro".