Illusioni dell'arte a Palazzo Strozzi sino al 24 gennaio 2010

Successo per la mostra "Inganni ad arte. Meraviglie del trompe-l’œil dall’antichità al contemporaneo", un’occasione rara per divertirsi tutti insieme, adulti e bambini, italiani e stranieri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 2009 00:43
Illusioni dell'arte a Palazzo Strozzi sino al 24 gennaio 2010

di Nicola Novelli E' difficile comprendere la sete di arte del verosimile che per millenni ha ossessionato l'umanità, sin quasi ai giorni nostri. Oggi che nelle tasche di ciascuno si trova un telefono cellulare con telecamera, o videocamera incorporata, è facile e immediato ottenere un'immagine della realtà che ci circonda. Ma prima dell'invenzione della fotografia furono le arti figurative a sopportare l'onere di soddisfare le aspettative di vero dei committenti, che chiedevano di immortalare se stessi, o i propri cari, o un luogo, o un frammento di vita che stava loro a cuore. Per aiutarci a comprendere l'umano bisogno di fermare la realtà della vita in un'immagine il più possibile verosimile la mostra "Inganni ad arte", in corso a Palazzo Strozzi, racconta l’intrigante e spettacolare storia del trompe-l’oeil, ovvero l’inganno ottico, l’eterna sfida tra la realtà e la sua simulazione, non solo nell’ambito della pittura, ma nella trasversalità che ha caratterizzato la sua diffusione nel percorso dell’arte europea, influenzando anche l’arredamento, la moda, il design e la cucina. L’esposizione, sino al 24 gennaio 2010, ripercorre la vicenda dell’arte di rappresentare come vero ciò che vero non è, in un percorso espositivo che esce dai canoni consueti, sin dal ragazzo nel quadro simbolo della rassegna: una figura che fugge da una cornice per esplorare nuovi modi di sperimentare la realtà. E' immediato comprendere che quando gli artisti cercano di superare i confini fisici delle proprie opere, di intrigare e sorprendere l'osservatore con un effetto ottico, finiscono per interrogarsi sui limiti stessi dell'arte, per ridefinire il rapporto tra se stessi e il pubblico e il ruolo della cultura nella società.

Pensate alla tradizione medievale delle sindoni, che contrariamente a ciò che si crede sono numerose e sparse un po' ovunque. Che cosa è una sindone, se non la sfida contro una società scettica, che l'artista mette in atto in forza delle proprie capacità pittoriche ed ottiche, tanto di oltraggiare la divinità con un'illusione blasfema e sacra allo stesso tempo? L'artista è un pioniere sociale? Uno sperimentatore lucido che vede prima degli altri e spiega il mondo a chi gli sta intorno? E ha il dovere di rivelare la propria sintetica intuizione della verità, anche a rischio della vita, come accade al fotografo protagonista del capolavoro cinematografico di Michelangelo Antonioni, Blow Up? Oppure l'artista nonostante la sua sublime superiorità creativa, che lo avvicina al divino, rimane comunque un essere solitario e incompreso, se non, peggio, uno strumento del potere, usato e gettato via, all'occorrenza, come accade al pittore protagonista dei Misteri dei Giardino di Compton House, pietra miliare del cinema di Peter Greenaway? Per iniziativa della Fondazione Palazzo Strozzi i capolavori di grandi maestri come Tiziano, Velázquez, Mantegna, Tiepolo, Tintoretto, Turrell, Pistoletto accompagnano il pubblico in un percorso di domande sulla propria percezione di osservatore, ma anche sul significato dell'arte nella società e sul ruolo umano dell'artista.

La mostra coinvolge tutti i cinque sensi e conduce in un mondo parallelo di inganni non solo visivi ma anche olfattivi, tattili, uditivi, gustativi, con un senso di gioco, spesso ironico, che ci riporta al significato profondo dell'illusione messa in scena dagli artisti. L’idea di Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo e della curatrice Annamaria Giusti, direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, è quella di far scoprire in prima persona allo spettatore i modi in cui il cervello umano può essere ingannato. Per rendere la visita alla mostra ancora più divertente e coinvolgente per i visitatori, piccoli e grandi, Palazzo Strozzi ha pensato alla Cappelliera dell’illusionista, corredo indispensabile per ogni aspirante mago (da prenotare al numero 055.2645155): una vera e propria cappelliera, come quelle di una volta, che offre esperienze per allenare la vista, giochi che coinvolgono l’olfatto, attività pratiche e creative, piccoli approfondimenti pensati per diverse fasce d’età. La mostra avrà come seconda tappa Parigi, dal 17 febbraio 2010 al Musée du Luxembourg.

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