Il trompe l'œil letteralmente "inganna l'occhio", è una tecnica pittorica in uso già nell’antica Grecia e Roma. Essa consiste nel dipingere uno sfondo apparentemente reale su di una parete per farla sparire alla vista. Per la prima volta in Italia la mostra "Inganni ad arte", in corso a Palazzo Strozzi sino al 24 gennaio, racconta l’intrigante e spettacolare storia del trompe-l’oeil, ovvero l’inganno ottico, l’eterna sfida tra la realtà e la sua simulazione, non solo nell’ambito della pittura ma nella trasversalità che ha caratterizzato la sua diffusione nel percorso dell’arte europea, influenzando anche l’arredamento, la moda, il design e la cucina. L’esposizione ripercorre l’affascinante vicenda dell’arte di rappresentare come vero ciò che vero non è, in un percorso espositivo che esce da tutti i canoni come il ragazzo nel quadro simbolo della rassegna: una figura che fugge da una cornice per esplorare nuovi modi di sperimentare la realtà. Immaginarie finestre su vedute urbane, piani di tavolo che invitano ad afferrare oggetti ingannevolmente prensili, vasellami, abiti, scarpe, bottoni travestiti in forme di animali e vegetali, sculture policrome che “danno vita” a cloni sottilmente inquietanti attraverso oltre 150 opere di pittura, scultura e arti applicate. E’ un percorso tra arte e scienza che coinvolge tutti i cinque sensi e conduce in un mondo parallelo di inganni non solo visivi ma anche olfattivi, tattili, uditivi, gustativi, con un senso di gioco, spesso ironico, che ci riporta al significato profondo dell'illusione messa in scena dagli artisti.
L’idea è quella di far scoprire in prima persona allo spettatore i modi in cui il cervello umano può essere ingannato e il piacere che si prova a essere coinvolti in questo. Contemplando i capolavori di grandi maestri come Tiziano, Velázquez, Mantegna, Tiepolo, Tintoretto, Turrell, Pistoletto si potrà allo stesso modo gustare, toccare, udire, annusare in un viaggio sensoriale che rappresenta una continua sfida alla nostra percezione. Il tema del trompe-l’oeil è ripreso, anche nell’allestimento ideato dall’architetto Luigi Cupellini: attraversando gli spazi della mostra, porte-cornici, falsi pavimenti, creano volutamente un senso di disorientamento che fa vivere un’esperienza unica. Ideata da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo e curata da Annamaria Giusti, direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi. La mostra avrà come seconda tappa Parigi, dal 17 febbraio 2010 al Musée du Luxembourg. Alessandro Lazzeri