Sognare molto non ha mai fatto male a nessuno. Poi accade che un sogno accarezzi con garbo la realtà: se i sognatori hanno la penna elegante e delicata di Marco Brogi e la voce profonda e disincantata di Nicola Costanti ecco che una semplice idea si trasforma in delizioso progetto artistico. L’idea alla base di "Sorella Toscana" (Protagon Editori) è molto semplice ma allo stesso tempo, strano a dirlo, innovativa per i nostri tempi: raccontare il paese di Buonconvento attraverso le vite vere dei suoi abitanti, vivi e morti.
Inevitabile, come scrive Gianni Mura nella Prefazione del libro, il riferimento all’Antologia di Spoon River: certo, il filo conduttore è molto simile, ma mi permetto di aggiungere che qui la penna di Marco Brogi scivola più leggera e dipinge con tinte pastello e buona dose di ironia la quotidianità di un paese, piccolo microcosmo al cui interno possiamo trovare una caratterizzazione precisa dei tempi che stiamo vivendo. E’ qui che il progetto “Sorella Toscana” convince: raccontare le storie di un piccolo paese per raccontare lo stile di vita di una nazione intera e, magari, fermarsi per un attimo a riflettere dove siamo e dove stiamo andando. Lo ha intuito subito lo spirito sensibile di Nicola Costanti, che ha deciso di trasporre in musica alcuni testi di Marco Brogi, attingendo molto alla tradizione musicale toscana e chiamando a raccolta alcuni ospiti illustri. Così capita di ascoltare la voce di un insospettabile Leonardo Pieraccioni che duetta con il Costanti nella bellissima “Quando non penso sogno” (sarebbe perfetta come colonna sonora di un suo film), oppure il falsetto baritonale di Alessandro Benvenuti nell’ironica e sempre attuale “Curriculum” o ancora l’immancabile intervento di Carlo Monni, che fa da preludio alla dolce poesia di “Nenna”. ”La vita è un gioco in cui vincere o perdere è lo stesso”, dice lo stesso Marco Brogi nel suo “Autoritratto” in versi: quando e perché abbiamo smesso di raccontarla? Massimiliano Locandro