Nel primo semestre del 2009 le esportazioni italiane di marmi e graniti grezzi e lavorati sono state di 1 milione e 728 mila tonnellate per un valore di circa 688 milioni e 330 mila euro. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che ha elaborato i dati di fonte Istat rilevando un calo, rispetto allo stesso periodo del 2008 del 19,4% nelle quantità e del 22,2% in valore, che diventano rispettivamente -18,1% e -22,2% se ci si limita alle prime cinque voci, quelle che solitamente vengono considerate “maggiori”. Dai dati emerge un quadro non rassicurante per il settore a livello nazionale, anche nella comparazione con il 2008 che è stato un anno abbastanza difficile soprattutto negli ultimi mesi.
Anche se si dovrà attendere i dati di fine anno, è facile affermare che, con questo trend, sarà difficile riscontrare cambiamenti sostanziali o inversioni di tendenza tali da ribaltare il saldo del primo semestre. “Le esportazioni italiane, considerate per le voci che comprendono marmo e granito in blocchi e lastre, marmo e granito lavorato e altre pietre lavorate, che costituiscono la quota più elevata sia per valore che per quantità, escludendo le ardesie, portano un saldo negativo che segnala una difficoltà aggravata anche dalla forza dell’euro rispetto al dollaro.
Una valutazione così alta – commenta il presidente di Imm Carrara, Giorgio Bianchini - genera difficoltà alle esportazioni verso Paesi che operano con la valuta statunitense, perché con l’euro che da diversi mesi si colloca sopra l’1,40 rispetto al dollaro, i produttori europei, che hanno costi di produzione in euro, non possono compensare il gap nemmeno con i prodotti di alta qualificazione e con la copertura di nicchie prestigiose di mercato”. Nel primo semestre 2009 l’area nordamericana (principalmente gli Usa, assai meno il Canada) è quella che ha visto scendere di più le sue quote, con un calo storico sia in volume (ben - 53,2%) sia in valore (- 44,9%) anche se si registra una controtendenza nel valore medio per tonnellata esportata che sale del + 18% per le voci maggiori. Nel mercato Usa delle case, secondo i rilievi dell’Imm, emergono però i primi segnali di risveglio (che non coinvolge le nuove costruzioni) ma con un cambio che si mantiene così elevato la situazione si mantiene molto pesante e difficile, soprattutto per i graniti, sia grezzi e semigrezzi che lavorati e finiti, i quali toccano percentuali di calo anche superiori al - 60% e in alcuni casi persino al - 70%.
Situazione negativa, anche se non su questi livelli, anche per l’Europa comunitaria, dove non solo la Germania perde ancora rispetto allo scorso anno. L’export italiano di marmi e graniti verso i 27 Paesi dell’euro assomma a 224 milioni di euro contro i 307 del 2008, con una perdita di quasi 27 punti percentuali. Scende (ma di meno) anche l’Europa non comunitaria, con 95 milioni attuali rispetto ai 109 dello scorso anno. In calo anche il mercato russo con circa il -16%, sulle voci maggiori, ma cedono anche la Svizzera e la Polonia.
Resta attiva l’area del Nord Africa, particolarmente con Marocco, Algeria e Libia. Il Medio Oriente, con i suoi 83 milioni di euro evidenzia un + 5,7% sui valori, ma cede sui volumi (- 4,7% su tutte le voci) incrementando il valore per tonnellata esportata di un + 11%. La situazione dei Paesi dell’area è molto asimmetrica e l’andamento è diversificato: bene Arabia Saudita ed Emirati sui valori, ma saldi negativi per il Kuwait tradizionale importatore. Anche l’Estremo Oriente scende più sulle quantità che sui valori e, fra i mercati più significativi, la Cina si mantiene pressoché stabile e migliora Singapore, unica realtà positiva di certo rilievo. Anche le importazioni riflettono la minore necessità di ricostituzione degli approvvigionamenti. Sono state importate 824.490 tonnellate (- 34%) per un valore di 183 milioni di euro (- 32%) con un calo generalizzato che tocca un po’ meno l’import da Brasile, Iran e Turchia ma coinvolge anche i lavorati dai Paesi emergenti che si erano di recente ritagliati una piccola nicchia di mercato.
Fra questi si salva l’India che fa registrare una leggera crescita ma solo per i graniti lavorati.