“La mancanza di sostegno finanziario e creditizio alla produzione edile e all’utenza finale da parte del sistema bancario è un problema al quale deve essere data subito soluzione se non vogliamo che, nel giro di pochi mesi, molte realtà produttive si trovino nella condizione di non poter più andare avanti. E’ un problema generato dalla crisi internazionale e ancora irrisolto, come Ance Firenze lo segnaliamo da oltre un anno e ormai per le imprese del territorio è divenuto insostenibile.
Abbiamo alle spalle 16 mesi di crisi e la situazione per molte di esse non è più sostenibile”. E’ Riccardo Spagnoli, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Firenze, a rilanciare l’allarme sulla mancanza di un adeguato supporto creditizio e finanziario che le imprese del comparto si trovano a dover fronteggiare. “Per venirne fuori tutti possono e devono fare la propria parte – continua Spagnoli -. Da parte del Pubblico deve crescere la consapevolezza che da un lato bisogna ridurre gli inutili balzelli burocratici che ostacolano la produzione, dall’altro si deve dare avvio, senza ulteriori indugi, ai lavori già programmati.
Quanto al sistema bancario, deve diventare più disponibile a concedere il necessario sostegno finanziario per l’avvio di nuove iniziative”. “Quello che spesso non si comprende – aggiunge Spagnoli - è che nel nostro settore se vogliamo cogliere le opportunità della ripresa bisogna iniziare a lavorare fin da ora. Del resto la conclusione di un intervento edilizio che parte oggi non avverrà prima di 18-24 mesi. Non è quindi accettabile, come accade da ormai quasi un anno, che a giustificazione di un rifiuto alla concessione del credito, un’impresa che vuole avviare un nuovo investimento, si senta dire dalla banca ‘…il rischio è troppo alto…’”.
“Un intervento edilizio sia esso residenziale, commerciale, alberghiero, che ha tutte le carte in regola per partire oggi, deve poter essere avviato e deve ricevere adeguata assistenza finanziaria - aggiunge ancora Spagnoli -. Certo occorre fare una attenta valutazione sull’impiego dei finanziamenti, adottando però criteri che tengano conto non solo degli aspetti quantitativi ma anche della qualità sia dell’investimento che del richiedente”. “Bisogna tenere presente – conclude Spagnoli – che anche i recenti provvedimenti come la moratoria sui crediti, sono una boccata di ossigeno ma non risolvono il problema.
Si tratta infatti, di provvedimenti che finiscono per risultare vantaggiosi più per le banche che per le imprese: la banca viene a trovarsi nella condizione di avere un vantaggio fiscale e i maggiori interessi sulla dilazione. Nulla cambia, invece, per l’impresa che, a fronte di un momentaneo alleggerimento, vede invariato il debito anzi maggiorato degli interessi conseguenti alla dilazione”.