L’ingegner Arturo Colamussi, l’inventore del filtro per gli autobus capace di trattenere le particelle ultrafini, sarà tra i partecipanti al convegno che la Provincia di Firenze organizzerà il 2 ottobre per discutere le strategie di riduzione delle polveri sottili nell’area metropolitana fiorentina: un tema che nei mesi autunnali tornerà di grande attualità, soprattutto in relazione ai dati preoccupanti sulla concentrazione di Pm10. E’ questo il nome dato alle particelle di materia sospese nell’aria che costituiscono un serio problema per la salute dell’uomo sia a livello respiratorio che cardiocircolatorio.
Purtroppo i livelli di concentrazione di questo specifico inquinante non accennano a calare. Secondo la relazione del Piano Regionale di azione Ambientale (Praa) della Toscana “la situazione appare critica anche nelle previsioni a medio termine per quanto riguarda il materiale particolato fine”. I dati diffusi dall’Arpat riferiti agli ultimi quattro anni, mostrano che in ambito fiorentino il trend relativo ai giorni di superamento della concentrazione di 50 µg/m3 risulta in lenta ma costante ascesa.
Già nel corso dei primi tre mesi del 2009 nell’area del comune di Firenze era stato superato il limite ammissibile delle 35 giornate di sforamento durante l’anno (già al 30 marzo erano stati registrati 41 sforamenti). Di fronte a questo scenario la Provincia di Firenze ha deciso di affrontare la questione con una giornata di studio nel corso della quale verranno mostrati gli esempi da seguire per il risanamento della qualità dell’aria nell’area metropolitana. Al convegno di Palazzo Medici, che ospiterà gli interventi di vari specialisti, parteciperanno anche Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze; Renzo Crescioli, assessore all’ambiente della Provincia di Firenze e Sergio Gatteschi, presidente Amici della Terra - Toscana – Onlus.
Nell’ambito dei lavori – cui parteciperà, tra gli altri, Annarita Bramerini, assessore all’Ambiente della Regione Toscana – verrà illustrato anche il “Progetto Blu” messo a punto da Arturo Colamussi, docente di Controlli automatici presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna e responsabile della società Endeavour Progettazione di Sistemi. I suoi filtri per bus alimentati a gasolio, che già sono stati sperimentati in alcuni comuni italiani, permettono di trattenere il 99,9% delle particelle ultrafini, che sono 100 volte più piccole delle famigerate Pm10. Gli interventi sulle emissioni dei bus assumono una particolare importanza nel quadro delle strategie di contenimento delle polveri sottili, anche perché - ad esempio - un veicolo diesel Euro 0 emette una quantità di polveri (Pm10) che è centinaia di volte superiore (secondo massa e cilindrata) a quella prodotta da un'auto catalizzata.
“Rispetto ad altri tipi di filtro già in commercio – spiega Colamussi – il “Progetto Blu” presenta caratteristiche di efficienza molto più elevate, sia per quanto concerne le polveri ultrafini, sia per quanto riguarda la capacità di trattenere con notevole efficienza altri tipi di sostanze organiche contenute nei gas di scarico dei diesel, fra cui gli Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) altamente cancerogeni che i filtri a rigenerazione non sono in grado di trattenere. In più garantisce l’assenza totale di emissioni secondarie, proprie invece dei sistemi a rigenerazione”.