“In attesa delle sentenze giudiziarie, non spetta certo a noi esprimere valutazioni ed indicare i colpevoli di una vicenda che ha segnato tutta la nostra comunità cittadina, ma la revoca della patente al vigile che causò l’incidente nel quale perse la vita Carlotta Fondelli sarebbe stato un atto, oltre che di buon senso, dovuto all’intera collettività”. E' quanto ha spiegato il capogruppo del Popolo della Libertà in Palazzo Vecchio Giovanni Galli ed il consigliere comunale Francesco Torselli (Pdl).
“Possiamo capire la decisione della Polizia municipale – hanno detto i due esponenti del centrodestra – di non sospendere dal lavoro il vigile coinvolto nell’incidente fino a quando non esisterà una sentenza definitiva, ma la decisione di non ritirargli neppure la patente di guida ci pare illogica e inopportuna”. “Se non altro – hanno proseguito Galli e Torselli – perché, se invece di un’auto della Polizia Municipale, a causare l’incidente mortale fosse stata quella di un normale cittadino, il provvedimento di revoca cautelativa della licenza di guida sarebbe scattato all’istante”.
Il capogruppo Galli e il consigliere Torselli hanno ricordato che "nei momenti immediatamente successivi al drammatico fatto sia il sindaco Renzi che l’assessore Mattei, ai quali riconosciamo il grande merito di essere stati vicini alla famiglia di Carlotta sia come istituzioni che come uomini, garantirono a chiare lettere che non sarebbe stato fatto alcun tipo di favoritismo e che nessuna protezione sarebbe scattata, da parte del Comune, nei confronti di un appartenente al corpo di Polizia municipale.
Nella decisione di non revocare al vigile la patente di guida, ci spiace dover rilevare una contraddizione con tali affermazioni”. "Alla luce di questa decisione che non condividiamo e non capiamo assolutamente – hanno concluso Giovanni Galli e Francesco Torselli – esprimiamo tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla famiglia di Carlotta, verso la quale, ribadiamo, una decisione come quella di revocare la patente dell’agente, anche solo in attesa del giudizio, era a nostro avviso un atto doveroso”.
(lb)