Quasi un’impresa su due del settore dell’artigianato artistico prevede nel 2009 un ulteriore calo di ordinativi e fatturato. E’ quanto emerge dal primo rapporto sull’Artigianato d’Arte, realizzato dalla Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico, in collaborazione con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, su un campione di 80 imprese del settore. Il rapporto è stato presentato stamani a SAM alla presenza del direttore e del presidente della Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico, rispettivamente Franco Vichi e Eugenio Taccini, del vicesindaco e assessore all’economia del Comune di Firenze Dario Nardella, del curatore del rapporto, il ricercatore Roberto Aiazzi, e del vicepresidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze Giampiero Maracchi.
Intervistate sulle previsioni per l’anno in corso, il 45% delle aziende fiorentine dell’artigianato artistico ha risposto che si aspetta ordini in calo, mentre solo il 15% scommette su una crescita. Nel complesso il saldo percentuale delle attese per il 2009 si attesta sul -30%. Il quadro diventa particolarmente sconfortante considerando il 2008, anno che si è chiuso con un bilancio pesantemente regressivo. Mostrano segni negativi ed ordini di grandezza alti i saldi percentuali delle variabili congiunturali classiche: -47,50% per il fatturato, -46,25% per gli ordini ricevuti.
Cedono anche le variabili economico-finanziarie delle aziende (andamento riscossioni -37,50%, andamento liquidità -38,75%, andamento redditività -43,75%) e anche la dinamica occupazionale segna un saldo del -10% nel 2008 sul 2007 e una variazione effettiva del -6,74%. Il saldo dell’andamento e le variazioni effettive indicano chiaramente una contrazione degli organici, che storicamente nell’Artigianato Artistico hanno una minor consistenza per il peso rilevante delle aziende ‘mono-addetto’.
A soffrire sono tutti i settori indistintamente, anche se l’andamento del 2008 ha penalizzato di più le lavorazioni del legno e meno la pelletteria artistica e le ‘altre lavorazioni dei minerali non metalliferi’ (marmo, alabastro, pietre dure, ecc.). «Un quadro preoccupante, ma non poteva essere altrimenti», commenta il direttore della Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico Franco Vichi. Che aggiunge: «La ‘grande crisi’ che ha destrutturato il capitalismo degli anni ’90 e sta determinando i nuovi assetti economico-sociali dei prossimi anni non poteva lasciar indenne uno ‘spicchio’ produttivo che per sua natura ha bisogno di una domanda, interna ma soprattutto internazionale, robusta ed al tempo stesso articolata.
La dura crisi di quest’anno infelice è destinata a durare ancora e, soprattutto settori molto delicati e particolari come quelli del settore dell’Artigianato Artistico, conosceranno un prolungato periodo molto critico». Ma qual è, oggi, la tipica impresa che opera nel settore dell’artigianato artistico? Come emerge dal rapporto, ha generalmente una forte vocazione all’export. Il 55% del campione ha avuto nel 2008 una qualche presenza sui mercati esteri. Di questo 55%, il 31,81% ha attribuito all’export dei prodotti un’incidenza pari o superiore al 50% sul fatturato 2008.
Si tratta di valori più che apprezzabili, del tutto coerenti con una lunga tradizione di proiezione mondiale delle lavorazioni artistiche fiorentine. Che guardano in particolare ai mercati tradizionali come Francia, Germania, Inghilterra ed altri paesi europei da un lato, e del Nord America (USA), dall’altro. In anni a noi più vicini si sono andati, comunque, affermando i mercati asiatici ed in primo luogo il Giappone. Ed, infine, ha fatto da qualche tempo la sua non banale comparsa la Federazione Russa.
Poco rilevante, invece, il peso della concorrenza, avvertita solo dal 30% delle imprese del campione. Ciò evidenzia la capacità di molte aziende di operare in mercati di nicchia. La concorrenza, quando si fa sentire, è da attribuire ad aziende operanti nello stesso settore o ramo produttivo, perlopiù ubicate in un contesto locale, dove un ruolo importante gioca il prezzo (il 51,35% delle risposte) e l’abbinamento qualità-originalità (il 37,34% delle risposte). Solo il 4,7% delle imprese intervistate individua come canale di accesso alle conoscenze e ai saperi i rapporti con l’Università o i centri di ricerca, irrilevanti risultano anche i corsi di formazione (1,83%), mentre il 25% delle aziende dice di consultare riviste specialistiche e il 20,83% visita siti web o apprende da forme di cooperazione.
«Alla luce di questo primo rapporto, è evidente che per uscire dalla crisi non bastano le reazioni difensive delle aziende», dice il presidente della Fondazione di Firenze per l’artigianato Artistico Eugenio Taccini. «Servono efficaci strategie commerciali e di marketing, che chiamano in causa le istituzioni, che devono far conoscere e sostenere le produzioni locali, soprattutto quelle molto particolari dell’Artigianato artistico, in tutto il mondo. C’è poi bisogno di fare un salto di qualità, intervenendo per instaurare un rapporto, oggi quasi inesistente, con i luoghi deputati del sapere formale, ovvero con l’Università, il Cnr e altri centri di ricerca.
Infine, bisogna mettere in campo qualche misura di carattere urbanistico-edilizio per far tornare gli artigiani nei loro luoghi deputati: i centri storici». «Siamo consapevoli che l’artigianato artistico è uno dei tratti distintivi di Firenze nel mondo, ed è l’anello di collegamento tra la cultura e la promozione economica della città», ha dichiarato nel corso della presentazione del rapporto il vicesindaco Dario Nardella. «La nostra idea, oltre a quella di rafforzare e portare a conclusione le molte iniziative in campo, è quella di lavorare a un calendario pluriennale di eventi internazionali che coinvolgono Firenze, dagli Expo ai concerti del Maggio, per accompagnare ogni iniziativa con la presenza delle migliori esperienze del settore».
Nardella ha ricordato che è in corso il bando per l’assegnazione degli spazi del Conventino a 40 botteghe artigiane (scadrà il 30 settembre): «Il nostro intento è quello di coniugare il recupero dei luoghi con attività concrete che li facciano vivere: oltre al Conventino, che mi auguro sarà anche uno dei luoghi della prossima Estate fiorentina, è il caso delle Murate, dove nascerà un consorzio di gioiellieri e imprese orafe».