Un programma denso di ospiti e di incontri, di sguardi e di riflessioni sull'architettura contemporanea caratterizza la nona edizione del festival “Beyond Media” che apre oggi i battenti alla Stazione Leopolda di Firenze col tema “Visions”. Una nuova occasione per ritrovarsi a Firenze e prendere parte alla manifestazione che, dal 1997, pone l'accento sulle conseguenze di una sempre più stretta relazione tra architettura e strumenti di comunicazione. Il festival, curato da Marco Brizzi, promosso dalla Parc - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee, dal Comune di Firenze e dall'Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con Stazione Leopolda e organizzato da Image, si conferma un punto di incontro e di relazione.
Un luogo che si materializza quest'anno in un grande tavolo disegnato da zpstudio per condividere (sotto le luci disposte da Antonio Piccirilli e Naba, grazie a Lumen) il cibo, le idee, i progetti, le visioni insieme agli oltre 70 ospiti invitati a interpretare il tema nella sua poliedricità e nella sua urgenza: da Peter Wilson a Beatriz Colomina, a Ruggero Pierantoni, Paul Polak, Marco D'Eramo, James Wines, John Frazer, Mario Carpo. Il simposio affidato alla cura di Pietro Valle, gli 80 video selezionati tra le oltre 600 candidature che raccontano il pensiero e la produzione architettonica del nostro tempo, la rilettura delle sperimentazioni mediatiche dell'inizio degli anni Settanta per la mostra Italy: The New Domestic Landscape, il caso del film Koolhaas Houselife, l'installazione My Vision realizzata da Squint/Opera insieme a Image per accogliere il riflesso delle oltre 300 visioni raccolte da architetti di tutto il mondo sono solo alcune delle iniziative in programma. E poi “Urban Visions”, la mostra curata da Michele Bonino che testimonia e discute la capacità di visione che alcune città nel mondo hanno saputo mettere in campo. Le città osservate sono Helsinki, Milano, Medellín, Saragozza, Belgrado, Torino, New Orleans, Parigi, Bologna e Mumbai, nell'ambito di uno sguardo più ampio che prende ad esempio in considerazione, con Pechino, il problematico caso della città cinese. E la mostra “Spot on Schools”, curata da Paola Giaconia, che con 19 partecipazioni internazionali (Aristotle University of Thessaloniki, Asia University, Ball State University, California Polytechnic State University, Clemson University, École Polytechnique Fédérale de Lausanne, Esarq (Universitat Internacional de Catalunya) Barcelona, Facoltà di Architettura di Pescara, Naba, Politecnico di Torino, Rhode Island School Design, RMIT Architecture, Sci-Arc, Southern Illinois University, Universidade Técnica de Lisbona, University of Calgary, University of Florida, University of Hong Kong e University of Thessaly) rinnova l'indagine sulle scuole di architettura che esprimono alcune delle più interessanti ricerche didattiche legate ai media digitali. Tutte e due le mostre sono accompagnate da incontri con i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte. Non basta: ci sono poi, imperdibili, gli omaggi offerti a tre firme dell'architettura mondiale che hanno sviluppato una storica consuetudine con il video: UnStudio, Zaha Hadid Architects, Mvrdv, con opere selezionate da Image Archive all'interno della vasta produzione che accompagna la ricerca architettonica e la comunicazione dei celebri studi. Così pure da non perdere è il forum dedicato alle visioni per la città di Firenze, la performance Moonlight di Daniele Lombardi (al pianoforte, con Art Media Studio al video), la Visionary Sound Soirée, evento multisensoriale organizzato da Architettura Sonora (special guest iO Agency) nel nuovo Giardino Sonoro per una notte ad alto coefficiente emozionale in chiusura del festival. Il modo migliore per orientarsi tra le proposte è raggiungere Firenze dal 9 al 17 luglio prossimi e partecipare alla manifestazione che dal 1997 offre un punto di vista laterale e indipendente su alcuni importanti percorsi dell'architettura contemporanea. Per visionare il programma clicca qui.