Prato continua ad essere di moda. Soprattutto se all’insegna della creatività e della qualità artigianale. Su queste direttrici si muove l’iniziativa di Confartigianato Imprese Prato in collaborazione con la Provincia, intitolata “Imbastire un sogno, cucire un’idea”. Che il grande cuore del settore moda batte ancora nella nostra città ce lo dimostrerà la serata che prevede una grande sfilata in piazza Duomo la sera del 16 luglio prossimo, che vedrà protagoniste le creazioni preparate dalle scuole di moda Enia Lucarelli, Angela Vaggi Tei e Loretta Oltremari.
Sulla passerella anche alcuni lavori delle allieve dell’Istituto d’Arte di Montemurlo, indossati da loro stesse. Tre degli abiti presentati verranno premiati da una giuria composta da personaggi eccellenti: la nota stilista Regina Schreker, Mara Lo Consolo che cura le pubbliche relazioni per Terenzis; il professor Alessandro Ubertazzi, presidente della Facoltà di Architettura Firenze e Philip Taylor, direttore del Campus della Moda Fondazione CR Carpi. Questi personaggi daranno anche vita nel corso del pomeriggio dello stesso giorno, presso Palazzo Novellucci a partire dalle 15,30, a un seminario sul tema del fashion.
La regia è affidata allo Studio Mazzei. Oltre alla creatività delle allieve delle sartorie pratesi, a fare da grandi protagoniste saranno anche le modelle, che verranno scelte tra semplici ragazze pratesi, che avranno così la loro grande occasione per debuttare nel mondo della moda e delle sfilate. Il casting per definire chi scenderà in passerella si terrà infatti il 18 giugno prossimo presso la sede di Confartigianato a Maliseti (via Dino Saccenti 19/21 – per info Enzo Lucchesi 0574 5177842) a partire dalle 21,30.
La tipologia di ragazze richiede una statura da 172 a 178 cm di taglia max 42. Le minorenni dovranno venir accompagnate da almeno un genitore. “Si tratta – spiega Enzo Lucchesi della categorie tessili per Confartigianato Imprese Prato – di un modo per riportare in città il tema della moda in modo positivo e propositivo, vedendola nel suo lato economico ma anche tornando a considerarla nei suoi aspetti glamour, come fenomeno di costume. Un tentativo di dare insomma un piccolo scossone a un settore che sta soffrendo”.