La Bibbia Amiatina: antica traduzione originale dall’aramaico al latino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2009 14:21
La Bibbia Amiatina: antica traduzione originale dall’aramaico al latino

Sabato 9 Maggio (ore 16.30), presso la sede della Società Dante Alighieri (via Gino Capponi 4), il Comitato di Firenze presenta, in collaborazione con La Meta Editore e la Biblioteca Laurenziana, il facsimile del Codex Amiatinus, uno strumento moderno di divulgazione di testi sacri realizzati da La Meta Editore. Con questa iniziativa, la prima di quattro proposte dedicate alla “Giornata della Dante” (16 maggio Massimo Verdastro legge il XIV Canto dell’Inferno; sabato 23 maggio, ore 16.30 presentazione del libro Amaritudine di Massimo Griffo e ore 18.30 votazione del Premio Strega 2009; giovedì 4 giugno, ore 21, Concerto Jazz del Glenn Capaldi Combo) il Comitato di Firenze della DA intende proseguire e ampliare il dialogo interculturale in ambito creativo, approfondendo i nessi tra passato, presente e futuro, alla ricerca di radici comuni, incontri e scontri, viaggi e migrazioni nello spazio e nel tempo.

Per sottolineare e approfondire l’importanza del Codex Amiatinus e del lavoro di riproduzione fatto dalla casa editrice fiorentina, sono stati chiamati alcuni dei più importanti studiosi del settore: Prof. Manlio Sodi dell’Università Salesiana di Roma, Prof. Giacomo Baroffio dell’Università di Pavia, Prof.ssa Melania Ceccanti dell’Università di Firenze, Dott.ssa Manuela Vestri de La Meta Editore Firenze. La Bibbia Amiatina è la più antica testimonianza della Bibbia, nella sua traduzione originale dall’aramaico al latino.

Il nome deriva dalla località in cui è stata custodita per sette secoli: il monastero di San Salvatore sul Monte Amiata. Il codice è l’unica delle tre copie fatte eseguire dall’abate dei monasteri di Wearmouth e Jarrow, Ceolfrith, dall’esemplare custodito nel Vivarium di Cassiodoro. Fu scritta tra il VII e l’VIII secolo da un gruppo di circa sette copisti. Dal 1785 è stata accuratamente custodita nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. La Meta Editore ha riprodotto la qualità originale dei materiali, l’eleganza dell’onciale e la bellezza estrema della pagine miniate, grazie all’attento lavoro di artigiani esperti.
La storia
Da un esemplare, proveniente dal Vivarium di Cassiodoro, l'abate dei monasteri di Wearmouth e di Jarrow in Northumbria (Inghilterra), Ceolfrith fece eseguire tre copie, delle quali la Bibbia Amiatina (ms.

Laur. Amiat. 1) è l'unica sopravvissuta intera. Il codice, scritto fra la fine del VII e gli inizi dell'VIII secolo da almeno 7 o forse 8 copisti, ha dimensioni eccezionali: composto di 1029 carte membranacee, misura infatti mm 540 x 335 e pesa circa 50 chili. Il suo straordinario interesse deriva non solo da queste caratteristiche esterne, ma anche dall'essere il più antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina. Portato a Roma in dono al pontefice Gregorio II nel 716, in epoca non precisata, ma con ogni probabilità anteriore all'inizio del sec.

XI, il codice pervenne per ragioni non note al monastero di San Salvatore sul Monte Amiata dove rimase per almeno sette secoli - salvo un breve soggiorno a Roma - dove fu collazionato dalla Commissione incaricata dell'edizione sistina della Bibbia (1590). Conservato nell'armadio delle reliquie del monastero Amiatino, l'esemplare non sfuggì alla confisca leopoldina del 1782; due anni dopo fu assegnato alla Biblioteca Laurenziana dove i Medici e i Lorena concentrarono i più importanti testimoni librari della cultura occidentale in loro possesso.

La struttura imponente del codice, la veneranda età, il pregio delle grandi miniature (celeberrima quella raffigurante Esdra che ricopia le Sacre Scritture) hanno imposto una rigorosa conservazione del codice.
La riproduzione
Solo l'evoluzione delle tecniche e la comune iniziativa assunta da soggetti diversi, pubblici e privati, hanno consentito di offrire una serie di "copie" della Bibbia che rispondano alle diverse esigenze della conoscenza. Il codice, dopo essere stato scucito, è stato riprodotto su diapositive che sono servite alla realizzazione di un facsimile a grandezza naturale.

Durante le fasi della riproduzione, compiuta presso la Biblioteca Laurenziana, studiosi di diverse discipline e paesi hanno potuto agevolmente studiare l'originale, approfondendo l'indagine codicologica, liturgica, musicologica e della decorazione. Sono state compiute inoltre sofisticate analisi dei colori delle miniature. Con la collaborazione di varie professionalità - dal bibliotecario al restauratore, dal biologo al chimico - è stata condotta in ambito istituzionale un'indagine i cui risultati contribuiscono alla conoscenza del codice, specie per quanto riguarda la vexata quaestio dell'ordinamento del primo fascicolo.

Per le prime carte del codice si è ritenuto opportuno adottare, infatti, una sequenza diversa da quella sinora nota, ma corrispondente a quella che esse conobbero per il più lungo lasso di tempo e prima degli interventi di rilegatura occorsi ante 1784, anno in cui il codice venne descritto con dovizia di particolari dal bibliotecario laurenziano Angelo Maria Bandini. La successione è ripetuta nel facsimile di formato ridotto.
Caratteristiche del facsimile
Stampato in quadricromia presso la Stamperia Digitale – Firenze 199 esemplari strettamente limitati e singolarmente autenticati da un pubblico notaio.

Carta Fedrigoni tipo Marina Conchiglia 90 gr. Formato foglio 22,2 cm. x 32 cm. Formato libro finito 33,5 cm. x 24 cm. x 15,5 cm. Legatura eseguita a mano da Sergio Giovannoni nel Laboratorio di Alessandra Masi - Firenze.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza