Otto anni per diventare grande, dieci squadre per trasformarsi in uno dei più forti centravanti del
mondo. Dal Brasile, che lascia nel 2000, eccolo prima al Bellinzona, in Svizzera, un breve
passaggio a Parma, quindi Napoli, Piacenza, Empoli, Messina, Chievo Verona e Palermo. Infine la
Juventus, che ha colto il momento giusto per acquistarlo, valorizzarlo e consolidarlo in un gruppo
vincente, al quale mancava solo lui, attualmente uno dei centravanti più forti al mondo.
Maturato tecnicamente e tatticamente, riesce sempre a leggere il momento topico della partita: di
testa non ha rivali, ma anche con i piedi sta avviandosi verso livelli di eccellenza… ma i suoi
'numeri' non sono mai fine a se stessi, frutto di un’illuminazione sporadica, appartengono a una
visione del gioco, in cui la spettacolarità non è disgiunta dall’efficacia.
Brasiliano atipico, possiede
in più, per struttura e capacità, i mezzi fisici di un atleta completo.
Parlano di lui allenatori e grandi campioni del passato italiani e brasiliani (tra cui Causio,
Anastasi e Altafini) dirigenti e addetti ai lavori. Con un’intervista a Darwin Pastorin.
L'autore
Aurelio Benigno, giornalista sportivo, è stato collaboratore de La Stampa, Corriere dello Sport, Il Mattino, Il Tirreno e Il Tempo. Attualmente collabora all'Ansa, all'emittente lombarda Telenova e a Quartarete TV, per le quali segue Juventus e Torino.
Tra i suoi libri "Buffon, il Mondo tra le mani" (2007).