In Toscana 6 ragazzi su 10 che praticano atletica leggera abbandonano l'attività agonistica nello stesso settore d'avvio, quello promozionale (ovvero sotto i 16 anni); soltanto l'8% lascia nel settore master (over 16); 3 su 10, dopo il tesseramento tra i 6 ed i 15 anni, decidono di proseguire. Sono questi alcuni dei risultati che emergono da una ricerca condotta dalla FIDAL Toscana per conto della Regione. Lo studio, che ha riguardato 22 società toscane di atletica e che abbraccia gli anni dal 1999 al 2007, è stato effettuato attraverso la consegna di un questionario ad atleti, dirigenti e tecnici. «La situazione evidenziata dalla ricerca – ha osservato l'assessore allo sport e al sociale Gianni Salvadori – non può essere estesa anche ad altre discipline però è rappresentativa della condizione giovanile.
L'aspetto che preoccupa è la visione dello sport da parte di tanti giovani : un modo per mettersi in mostra, per avere successo. I valori invece che dovrebbero scaturire dalla pratica sportiva dovrebbero essere altri: salute e stili di vita ma anche occasione per relazionarsi e confrontarsi con gli altri». Sergio Martinelli, presidente del Comitato regionale toscano della FIDAL, spiega la filosofia della ricerca. «Abbiamo deciso di andare direttamente sul campo, di sentire i diretti interessati per capire i motivi di un fenomeno che purtroppo è ampio e riguarda tantissimi giovani e giovanissimi in Toscana.
Ci piacerebbe che l'avviamento allo sport fosse il frutto di una scelta culturale consapevole. Non devono essere soltanto il desiderio di apparire o di inseguire il risultato ad ogni costo le spinte principali». In Toscana, tra il 1998 e il 2007, i nuovi tesserati in società di atletica sono stati oltre 26 mila. Firenze è risultata la provincia con la percentuale più alta: la media è di circa 80 0 nuovi tesserati l’anno (quasi un terzo del totale regionale). Al secondo posto Livorno con 350 (13%).
Lucca, Pisa e, negli ultimi anni, Pistoia sono riuscite a raggiungere il 10% di nuovi tesseramenti. Le province con i minori tassi di abbandono sono risultate Prato e Massa-Carrara con il 2 ed il 4%. Dalle risposte ottenute dai dirigenti è venuto fuori che il 95% delle società collabora in modo costante con gli istituti scolastici presenti sul territorio e che il 47% lavora su impianti di proprietà comunale ma gestiti dalla società stessa. Per gli allenatori il motivo principale che spinge i giovanissimi (6-10 anni) all'abbandono è il mancato divertimento.
Per la fascia d'età 11-15 anni, invece, entrano in gioco motivazioni legate maggiormente all’età pre-adolescenziale: aumento del carico di studio, rapida perdita di interesse o mancato raggiungimento di risultati a breve termine. Infine le rispost e dei diretti interessati, i ragazzi. Il tasso di abbandono annuale sarebbe di circa il 23% dei tesserati. Il 56% ritiene che la fascia di età maggiormente colpita dal fenomeno sia quella tra i 15 e i 16 anni. Uno su cinque afferma che le maggiori defezioni si riscontrano dopo i 18 anni, mentre uno su 10 considera l’età più critica quella tra i 12 e 14 anni oppure tra i 17 e 18 anni.
Soltanto il 25% ritiene decisamente insufficiente la capacità attrattiva della propria società sportiva. Tra le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a non interrompere l’attività sportiva lo stimolo principale è la partecipazione alla vita associativa (63%). Per il 38% ci sono invece l’ottenimento di risultati e il valore della pratica sportiva in generale.