di Walter Fortini
Firenze- La crisi non riguarda solo le aziende e coinvolge, com'è evidente, anche i bilanci delle famiglie. In maniera particolare quelle di chi ha perso il posto di lavoro. Se l'impresa chiude o licenzia, il lavoratore per qualche mese può contare sulla cassa integrazione (Cig): tre mesi di sussidio quella ordinaria, fino a 36 mesi in cinque anni quella straordinaria. Ma non tutti possono usufruire della Cig: fra questi i dipendenti di aziende con meno di 16 dipendenti, che in Toscana sono tanti, e soprattutto precari e atipici.
E proprio a questi lavoratori, privi di qualsiasi ammortizzatore sociale, ha pensato la giunta regionale. Con 5 milioni di euro ritagliati nelle pieghe del bilancio (e che potrebbero diventare anche qualcosa in più alla fine dell'anno) garantirà infatti un sussidio una tantum di 1.650 euro ad atipici e lavorato ri, anche a tempo determinato, che hanno perso l'impiego da almeno 3 mesi. «Si tratta di un a misura straordinaria che varrà intanto per il 2009: la Regione non ha infatti competenze al riguardo, che sono invece del governo – spiega il presidente della Toscana Claudio Martini, durante una pausa dei lavori della giunta che oggi si è riunita a Villa La Quiete, residenza nobiliare sulle verdi colline sopra Careggi a Firenze – Ma la situazione è grave: la stima è che possano essere almeno 2 o 3mila i lavoratori privi di ammortizzatori sociali che rimarranno senza impiego da qui a dicembre.
Ed abbiamo così voluto intervenire, con una soluzione che non potrà essere risolutiva, ma che è un aiuto, un segnale di attenzione per chi è in difficoltà e poco tutelato».
Non solo. La giunta ha anche deciso oggi che, grazie sempre al medesimo fondo da 5 milioni, chi ha perso il posto di lavoro (compreso ch i già usufruisce della cassa integrazione) e si ritrova sulle spalle un mutuo per la prima casa, potrà contare su un ulteriore aiuto di 1.650 euro per pagare le rate. La giunta ha programmato di varare questa proposta di legge nella riunione del 2 marzo, insieme alla variazione di bilancio.
Ha chiesto inoltre alle banche di contribuire a loro volta con uno sconto sulle rate del 2009 ed ora attende una risposta.
1650 euro per chi ha perso il lavoro e senza cassa integrazione
La giunta, recependo le indicazioni del Consiglio regionale, ha definito una serie di interventi urgenti per i lavoratori che sono stati licenziati, che non si sono visti rinnovare il contratto o che hanno perso l'impiego dopo che l'azienda ha chiuso.
Sul piatto a dicembre erano stati messi 5 milioni di euro.
Una parte importante servirà a garantire ammortizzatori sociali a chi ne è privo: un sostegno una tantum al reddito di 1.650 euro, equivalente a oltre due mesi di cassa integrazione. Ne potranno beneficiare i lavoratori, licenziati o rimasti senza impiego, di aziende in crisi, che hanno chiuso o che hanno ridotto il personale: compresi Co.co.co e precari. Tutti dovranno essere iscritti per almeno tre mesi nelle liste di disoccupazione. I requisiti e le procedure per accedervi saranno fissati dalla giunta con un regolamento che sarà definito nelle prossime settimane, dopo l'approvazione del provvedimento.
Mutuo prima casa: dalla Regione un contributo di 1.650 euro
I lavoratori rimasti senza impiego e privi di ammortizzatori sociali, ma anche chi è stato licenziato e beneficia della Cig, potranno avere dalla Regione un contributo fisso di 1.650 euro per pagare le rate del mutuo. Altri potrebbero aggiungerne le banche, riducendo l'ammontare degli interessi. La novità, rispetto all'ipotesi che circolava a dicembr e, è che l'aiuto non riguarderà più solo i casi in cui la banca accordi una sospensione del pagamento delle rate e non sarà calcolata in percentuale.
«Ne abbiamo discusso con gli istituti bancari ma un accordo in tal senso è risultato complicato: anche tecnicamente» annota il presidente Martini. Ipotizzando un tasso (compreso lo spread) attorno al 4 per cento, 1650 euro sono grossomodo la metà degli interessi pagati in un anno su un mutuo con un capitale residuo di 85 mila euro e rate per ancora quindici anni, da 650 euro al mese. Naturalmente ci saranno requisiti e soglie di reddito da rispettare, che verranno fissati dalla giunta con un regolamento che «sarà il frutto – ricorda Martini – anche della discussione con le parti sociali e il Consiglio regionale».
Di sicuro saranno esclusi dal contributo quanti hanno stipulato un mutuo garantito da altri familiari : questo per concentrare gli aiuti su chi davvero ha bisogno. Il bonus inoltre non sarà concesso a chi godrà degli aiuti statali sui mutui, che potrebbero essere comunque limitati viste le risorse messe in campo dal governo non elevatissime (10 milioni per tutta Italia) e le procedure per rendere operativo il provvedimento ancora non avviate.