Firenze- «La Toscana, al pari delle altre regioni che ieri si sono incontrate con il ministro Fitto, è contraria a un utilizzo tout court delle risorse del Fondo sociale europeo per pagare cassa integrazione e ammortizzatori sociali. Siamo disponibili ad un confronto su questo, non vogliamo certo tirarci indietro di fronte a quella che, anche in Toscana, si prefigura come un'emergenza. Ma vogliamo discutere sugli strumenti. Da mesi le Regioni chiedono al governo una proposta complessiva per affrontare la crisi ma, ad oggi, non abbiamo avuto una proposta compiuta, se non qualche anticipazione su una richiesta di finanziamento.
Ci rendiamo conto dell'urgenza di dare risposta alle ricadute sociali della crisi, ma siamo anche convinti che sia necessario integrare le politiche passive del lavoro, come gli ammortizzatori, con politiche attive, in grado di far fare un salto di qualità allo sviluppo».
Così l'assesso re all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha affrontato oggi, nel corso di un convegno per presentare le nuove modalità operative di affidamento delle attività formative del Fondo sociale Europeo al Palaffari di Firenze, il nodo delle risorse per la Cassa integrazione posto in questi giorni dal governo.
Il governo, come ha ricordato l'assessore nel suo intervento, ha annunciato che deve reperire per questo 8 miliardi a livello nazionale. Di questi propone che circa 5 miliardi siano coperti con risorse statali, mentre le Regioni dovrebbero partecipare con 2,7 miliardi, tratti, appunto, dalla programmazione regionale del Fse. Per la Toscana, ricorda Simoncini, si tratta di complessivi 665 milioni di euro che, da qui al 2013, serviranno per le politiche per il lavoro, la formazione, l'innovazione, la ricerca, l'inclusione sociale, la mobilità di studenti, lavoratori, apprendisti.
Una scommessa che, se darà l'opportunità di fronteggiare l'emergenza di questi mesi, aiuterà anche e soprattutto a rendere più competitivo, qualificato ed innovativo il sistema economico toscano. «Facendo sì che l'economia Toscana esca dalla crisi diversa da come ci è entrata». Un nuovo incontro fra Regioni e governo è già previsto su questo per lunedì a Roma. Ma trovare un accordo non sarà facile. «Tanto per cominciare - osserva Simoncini - sono gli stessi regolamenti del Fondo a negare una sua utilizzazione per strumenti come gli ammortizzatori sociali perchè i fondi comunitari devono essere leva di sviluppo.
Eventuali modifiche, prima dei regolamenti europei e poi dei documenti regionali di programmazione (POR), richiederebbero tempi non brevissimi, che mal si conciliano con le esigenze di tempestività proprie di interventi come gli ammortizzatori sociali. «Ribadendo il no all'utilizzo del Fondo sociale europeo per la Cassa integrazione – ha aggiunto Simoncini - le Regioni si sono dette disponibili a progetti integrati, che mettano insieme risorse statali e regionali. Non dimentichiamo che già oggi le politiche regionali finanziate con il Fse sono indirizzate su politiche per l'occupazione, per l'inclusione, l'adattabilità.
Sarebbe assurdo tagliare queste opportunità di rilancio dello sviluppo». L'assessore ha poi spiegato a un'affollata e interessata platea, le novità della programmazione toscana che sta per partire su nuove basi. La principale è l'introduzione della gara d'appalto che, entro il 2010, dovrà essere la modalità con la quale si affida almeno il 50% delle attività di formazione. Un modo per qualificare e orientare le iniziative alle esigenze del mercato del lavoro locale e alle priorità di ciascun territorio e potenziare così, l'efficacia dei fondi.
Per spiegare bene agli enti format ivi, alle scuole, alle università, come fare per presentare domanda di finanziamento, la Regione ha inventato un gioco di simulazione. Tutto per testare la capacità e migliorare l'efficacia delle risorse.