Quel qualcosa che costituisce un dato che non può essere altrimenti messo in discussione.
Spinoza pensava che... "davanti all'evidenza non ci si può che fermare; l'evidenza non è mai né al di là e né al di qua di una cosa, è
la natura delle cose o meglio la natura di quella cosa particolare che si ha davanti; non più trascendibile, non più schivabile; non intuibile
ne deducibile e neppure immaginabile in qualsivoglia altro modo piuttosto che in quello specifico nel quale quella cosa si sta
presentando in quel momento agli occhi di qualcuno.
L'evidenza è la cosa. È dato di fatto. Dato naturale, solamente rilevabile ai (o
ricavabile dai) sensi o alla ragione oppure all'intuizione. L'evidenza si lascia vedere. È quella cosa lì. È quella cosa!"
Il Punto sull'andamento dei mercati di Novembre 2007" di SOPRARNO SGR terminava con questa slide:
"E se l'inizio di un deleverage, il mancato aumento del reddito disponibile delle famiglie, una minor competitività delle imprese aggravata da un tasso di cambio penalizzante e politiche fiscali restrittive dovessero portare ad un calo della domanda aggregata?"
Non potrebbe questo essere accompagnato da uno spostamento verso destra della offerta aggregata, il che significherebbe una redistribuzione parziale del valore aggiunto a favore dei consumatori?
Il risultato non sarebbe una deflazione senza crescita o con crescita bassa?
Se così fosse, cosa ci fa il DAX® a 8000 punti o il DJeurostoxx50® a 4500 punti?"
Luglio 2008.
Mentre dalla BCE uscivano queste dichiarazioni:
E "COERENTEMENTE" i tassi venivano ALZATI di 25 centesimi, nel Punto sui Mercati scrivevamo:
"Temiamo che l'esito finale di tale errore (della BCE) possa essere questo (Vedi Punto di Soprarno di
Maggio 2008 ed il Punto di Soprarno di Ottobre 2007):
Anche quelle negli States sono in fortissimo calo da un paio di trimestri.
È arrivata la recessione in sincrono in Giappone, Stati Uniti, Europa: questo, ineluttabilmente, la renderà profonda dolorosa e letale per i soggetti economici deboli.
Anzi, a ben guardare. la Germania è già in deflazione se abbiamo presente le "letture del mese" di Ottobre 2007 e Febbraio 2008.
I soggetti deboli di cui parliamo noi di Soprarno SGR, sono tutti gli attori economici (Imprese, Privati, Stati !!) che hanno molto debito.
Il debito è molto difficile da rimborsare quando il reddito scende, è impossibile rimborsarlo se, oltre a calare il reddito, si è in un regime di tassi reali positivi.
In deflazione, i tassi reali sono positivi!
Nel caso di uno Stato, inoltre, il rimborso è più difficile se non si può stampare moneta.
Le imprese europee, ad esempio, con la sola eccezione del settore delle utilities, ha debito più elevato rispetto a USA e Giappone in rapporto al totale attivo di bilancio consolidato.
In Europa, i soggetti deboli sono le imprese e alcuni Stati (essenzialmente quelli per i
quali è stato coniato l'acronimo PIGS: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna). Sempre per
rimanere alle imprese, se si andasse in deflazione e il livello di debito delle società europee si
dovesse adeguare a quello giapponese, avremmo che, IN MEDIA, servono 3 anni di cash
flow, SENZA EFFETTUARE INVESTIMENTI, per raggiungere tale obiettivo:
La FED ed il congresso americano lo hanno capito da tempo, basta guardare l'espansione della base monetaria, preludio ad un futuro ed inedito easing quantitativo e i sostegni fiscali accordati preludio ad una nuova stagione di aiuti sotto la presidenza Obama.
Inoltre non va mai scordato che un dollaro sopra a 1 contro euro permette al settore non financial degli Stati Uniti di soffrire meno dei competitors europei e asiatici: basta guardare l'andamento delle variazioni percentuali dei profitti annui del settore per rendersene conto. Nel 2000 il calo dei profitti fu del 50%, oggi siamo siamo ad un -10%.
Che le imprese USA siano meglio attrezzate che in passato per affrontare un periodo prolungato di regresso o stasi della domanda interna lo dimostra anche l'andamento degli utili non financial in valore assoluto:
Ma torniamo in Europa. Il mese scorso indicavamo come INELUTTABILE che il rapporto debito PIL italiano SUPERASSE il 106% per fine 2008, mentre fonti governative indicavano ancora possibile un obiettivo di 103% di debito PIL a fine anno.
la seconda è che la manovra doveva essere di sostegno alla domanda e di riduzione del debito e quindi NECESSARIAMENTE di rottura con il passato.
Si, avete capito bene, secondo noi di Soprarno SGR non era impossibile conciliare le due necessità: si poteva fare e non è stato fatto.
Si doveva fare.
Che cosa si poteva fare?
Si doveva prendere atto che la crisi non è temporanea, non dipende dalle aspettative e non dipende solo dai subprime, ma dipende da un deficit strutturale di competitività (infrastrutture, istruzione, efficienza servizi) del nostro paese unito a una concorrenza maggiore proveniente da paesi a basso costo del lavoro. È dal 2000 che la produzione industriale italiana è ferma. A questo si unisce uno stock di debito elevato nel settore pubblico (e purtroppo non tranquilllizza nessuno che vi sia un surplus di quello privato
in quanto, spontaneamente, nessun cittadino compensa la propria ricchezza con il debito altrui!) e un sistema che penalizza il lavoro e favorisce le rendite.
Di lacrime e sangue per crescere redistribuendo, non di sussidi alimentari aveva bisogno l'Italia.
In sintesi, si doveva modificare strutturalmente il principio di tassazione vigente, riducendo drasticamente le imposte sui redditi (IRPEF e IRES) e l'IVA ed incrementando di pari importo le imposte di tipo patrimoniale e sulle rendite finanziarie.
Dal lato della spesa, meno spesa corrente (toccando le pensioni ante riforma 1996 e bloccando ogni incremento salariale) per aumentare gli investimenti nel settore educazione e infrastrutture.
Infine, privatizzazione di tutto il privatizzabile.
Oppure si doveva avere il coraggio di prospettare l'altra soluzione che, come sapete, è rappresentata dall'uscita dell'Italia dall'Euro e una quasi certa svalutazione competitiva alla giapponese!
La drasticità delle soluzioni, delle cure sopra elencate ha il solo scopo di evidenziare quanto sia grave la malattia che ha colpito il nostro paese qualora non bastasse, allo scopo, il grafico dello spread BTP_BUND 10 anni.
Il tempo delle scelte
Oramai, dicevamo, il tempo delle scelte è ineluttabile: ogni paese dell'area Euro va per la sua strada, la Francia ha appena varato un piano per l'industria dell'auto francese, la Germania curerà i propri interessi nel settore bancario ed industriale, e a chi, come noi, non ha risorse di Bilancio da stanziare a sostegno della domanda rimangono come uniche armi o l'ottimismo (ad esempio sperare che anche gli altri paesi, NOSTRI COMPETITORS, non facciano nulla) o l'uscita dall'Euro, dato che l'arma di una manovra strutturale di rottura con il passato l'abbiamo, per ora, accantonata.
OTTIMISMO
RISULTATI DEL MESE ..........SINTESI
La sintesi viene questo mese indicata direttamente nelle singole tabelle.
Prima di esporveli, vogliamo sottolineare che è proprio nei momenti difficili che bisogna, nei limiti del possibile, fare uso della ragione cercando di non fare
prevalere sentimenti quali paura, scoramento, sfiducia.
La differenza tra una ritirata ed una rotta, tra un arretramento ed una fuga, tra panico e paura è proprio questa.
La situazione dell'economia è difficile e,
come sapete, è da un anno che lo andiamo ripetendo.
Crediamo che possa anche peggiorare, soprattutto in Europa, ma è proprio in situazioni come queste che il saper scegliere, il saper distinguere tra società,
mercati, nazioni che meritano fiducia e investimenti e quelli che non la meritano sia fondamentale.
In questi momenti, secondo Soprarno, la scelta corretta non è quella di "non investire", di rimanere liquidi, ma di scegliere bene "dove investire" e di farlo SOLO con le risorse finanziarie che rappresentano effettivamente il proprio risparmio di lungo periodo.
I target price del S&P500® e del Nikkei® sono molto interessanti, con un potenziale di rivalutazione tra il 40% ed il 70%.
Crediamo che il tempo darà ragione a chi
oggi avrà il coraggio di fare le scelte giuste.
Noi speriamo di essere tra questi.
RISULTATI DEI MODELLI MACRO DEL MESE DI NOVEMBRE 2008
Il mercato azionario USA anche questo mese rimane il nostro favorito. Il potenziale apprezzamento è pari al 19% in presenza di un premio al rischio pari al 0,41%, sul tasso trentennale.
Il premio al rischio è calato drasticamente per il netto peggioramento degli utili attesi dal mercato: - 40% dai livelli attuali
Anche per questo mese, il mercato azionario GIAPPONESE è la prima scelta di investimento a pari merito con gli Stati Uniti. Il potenziale apprezzamento è pari al 32% in presenza di un premio al rischio pari al 3,28%, sul tasso trentennale. Gli utili aziendali attesi dal mercato sono in calo del 25% dai livelli di ottobre 2008. La minor sottovalutazione dell'indice risiede nel nuovo peggioramento degli utili stimati dal nostro modello a seguito essenzialmente dei brutti dati sulla produzione industriale.
Il mercato azionario EUROPEO continua ad essere la posizione "short", meno aggressiva in quanto il mercato non risulta più sopravalutato.
meno aggressiva
in quanto il mercato non risulta più sopravalutato.
Il potenziale apprezzamento è pari al 10% in presenza di un premio al rischio pari al 1,67%, sul tasso
trentennale. Il calo anche qui deriva da un drastico peggioramento delle aspettative di utili attesi: - 25% rispetto al livello attuale.
ANDAMENTO PREMIO AL RISCHIO STATI UNITI
Il premio al rischio è diminuito e va valutato congiuntamente alla forte discesa degli utili attesi dal
mercato, peraltro non confermato dagli utili attesi dal nostro modello.
In altre parole, se S&P500® viene valutato dal mercato al valore di libro e con utili pari a zero, è chiaro che il rischio utili di chi compra è molto basso!
Queste condizioni, unitamente alla sottovalutazione, depongono a favore di un rialzo delle quotazioni azionarie non appena si potranno stabilizzare le attese sugli utili.
Abbiamo già visto che la crisi è passata dal lato finanziario a quello reale.
ANDAMENTO PREMIO AL RISCHIO GIAPPONE
Il premio al rischio permane su livelli massimi. Anche la negatività sulla dinamica degli utili attesi delle società nipponiche è su livelli massimi.
L'indice ha, secondo noi, un valore teorico di 10500 punti, in calo dai 13000 precedenti essenzialmente per i minori utili stimati dal modello.
Lo ricordiamo, a parità di sottovalutazione preferiamo il mercato statunitense per via della migliore corporate governance.
ANDAMENTO PREMIO AL RISCHIO EUROPA
In Europa, il premio al rischio e gli utili attesi si sono adeguati alla situazione e il mercato non è più sopravalutato.
Rimane uno "short" per Soprarno perché in termini relativi USA e Giappone sono più sottovalutati e quindi, in ossequio alla gestione quantitativa, la corretta asset allocation prevede l'utilizzo dello "short" in Europa come modalità di riduzione del rischio.
A livello qualitativo, come sapete, Soprarno ritiene probabile la possibilità del fallimento dell'Euro.
SOPRARNO SGR S.p.A.
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