Pergola: Gianrico Tedeschi in La rigenerazione di Italo Svevo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2008 14:46
Pergola: Gianrico Tedeschi in <I>La rigenerazione</I> di Italo Svevo

Torna alla Pergola da martedì 2 dicembre un grande maestro della scena italiana, Gianrico Tedeschi protagonista de La Rigenerazione. La bella commedia sveviana è stata allestita quale novità del 2008 dalla compagnia goriziana A.Artisti Associati assieme al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, due realtà produttive che affondano le loro radici nel mondo dello scrittore.
Il regista Antonio Calenda, ha sentito fortemente il fascino delle potenzialità anticipatrici del pensiero di Svevo, della sua scrittura complessa, talvolta tortuosa eppure anche profondamente poetica, densa di senso e percorsa da ricche e mai scontate vene d’umorismo.

Con lui ha lavorato una compagnia di spessore in cui figurano nomi interessanti, primo fra tutti quello di Valeria Ciangottini, seguita da Fulvio Falzarano.
La Rigenerazione rappresenta una summa straordinaria di tutto questo: una commedia brillante, lievemente surreale nel disegno delle tante, splendide figure che la animano, eppure legata fortemente nelle ispirazioni anche alla realtà della Trieste di primo Novecento, e contemporaneamente illuminata da intuizioni di respiro talmente ampio e anticipatore da porre Svevo in una posizione affine ad autori europei coevi.
La linea dell’appartenenza culturale, della “territorialità”, dell’identità che chiaramente si delinea nell’opera sveviana, si intreccia dunque a quella che ci fa ravvedere nell’autore triestino il creatore del più grande romanzo psicanalitico dell’ultimo secolo, il critico e sarcastico analista dell’“uomo in crisi” colto in tutta la sua fragilità, nell’inettitudine davanti alle cose della vita, e osservato, magari con minor drammaticità rispetto al coevo Pirandello, ma con uguale, implacabile coerenza filosofica.
È perfetto emblema di tutto ciò il protagonista cui dà voce un grandissimo, ironico, raffinato e sagace Gianrico Tedeschi, che fin dall’esordio ha ottenuto le più lusinghiere parole della critica nazionale per questo ruolo – impegnativo e brillante ­– che corona la sua ricca e lunghissima carriera.
La Rigenerazione è l’ultimo e certamente il più riuscito dei suoi lavori drammaturgici: ricco – come gli altri testi – di implicazioni psicologiche e culturali, si incentra sull’intenzione del protagonista, l’ultrasettantenne Giovanni, di sottoporsi a un’operazione che gli consenta di ringiovanire.
Un ringiovanire che non è banalmente sinonimo di rifiuto della vecchiaia, ma attraverso il quale Giovanni vorrebbe recuperare la libertà dal rigore soffocante del suo matrimonio, dal conformismo della sua vita borghese: una situazione nuova di ampi orizzonti e mai vissuta prima.

Una volta recuperata l’energia vitale però, Giovanni non può non tener conto della propria consapevolezza, della moralità e della responsabilità e decide di restare al suo posto di pater familiae. Un personaggio che – rispetto agli altri sveviani – rappresenta un’innovazione, possiede una pars construens importante e conserva, anzi amplia la capacità di guardarsi dentro, con limpidezza e senza ipocrisie.
Se dal punto di vista dei contenuti la commedia s’incentra sul canone della vecchiaia – un classico della storia del teatro – e innesca una dialettica brillante, fresca e ricca d’induzioni sul tema dell’anzianità e della giovinezza, Svevo – sul piano anche formale – arricchisce il testo di una costante dinamica che sposta l’azione fra la realtà e il sogno: una dimensione onirica che svela i desideri e le inquietudini del protagonista, rimanda chiaramente alla psicologia tanto amata dall’autore (basta pensare al suo Zeno, quasi osmoticamente legato a Giovanni Chierici) e correda la figura del protagonista – già viva di un’intensa comicità – di una più complessa forza simbolica.
Antonio Calenda ha ambientato la commedia in uno spazio che con essenzialità rimanda a un interno borghese, pronto costantemente a destrutturarsi nella evanescente materia del sogno e si è affidato per il suggestivo allestimento a Pier Paolo Bisleri per la scenografia, a Stefano Nicolao per la creazione dei costumi, alla collaborazione di Germano Mazzocchetti per le musiche e di Nino Napoletano per il disegno luci.
Affiancano armoniosamente e con grande energia Gianrico Tedeschi – che si impegna nel ruolo di Giovanni Chierici, all’apice di una eccellente e lunga carriera – Valeria Ciangottini (Anna Chierici, moglie di Giovanni), Sveva Tedeschi (Emma Ricca, loro figlia), Carlo Ferreri (Guido Calacci, nipote di Giovanni), Fulvio Falzarano (Enrico Biggioni), Francesco Benedetto (Dottor Raulli), Gianfranco Candia (Signor Boncini), Zita Fusco (Rita, la cameriera), Ivan Lucarelli (Fortunato, chauffeur).

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