Firenze- Il 7 ottobre 1571 le galee di una fragile alleanza cattolica, capitanata da don Giovanni d’Austria, sconfissero l’invincibile flotta turca di Mehmet Ali e si infranse il mito dell’imbattibilità ottomana. Lepanto è entrata quindi nella leggenda come una delle grandi battaglie che sono riuscite a fermare una potenza nemica inarrestabile, oltre a essere divenuta simbolo dello scontro tra Oriente e Occidente, tra Islam e Cristianesimo. Nel volume “Lepanto 1571” – che sarà presentato domani, martedì 7 ottobre alle 17 in sala Gonfalone di palazzo Panciatichi - Niccolò Capponi va oltre i luoghi comuni e si concentra in particolare sulla strategia militare, sulla tecnologia delle armi e sui documenti originali dell’epoca, dove spicca la testimonianza di Miguel de Cervantes, ferito nel corso dei combattimenti.
Nel realizzare “Lepanto 1571” (Il Saggiatore), l’autore ha tenuto conto della vastissima produzione storiografica sull’argomento e ha condotto ricerche nei principali archivi e biblioteche in Italia, Spagna e Turchia. Tuttavia, le specifiche vicende dello scontro navale occupano solo parzialmente le oltre 300 pagine del libro, arricchito da appendici sugli schieramenti delle due flotte, un glossario e un “prontuario” con brevi cenni biografici – per entrambi gli schieramenti – su personalità militari, civili e religiose dell’epoca.
Le note sono raccolte al termine del testo e sono seguite da una valutazione bibliografica e da 20 pagine di bibliografia. Lepanto 1571 è quindi non solo un volume di storia navale o rinascimentale ma soprattutto un documentato libro di storia, che sarà presentato in Consiglio regionale da Giovanni Pallanti, scrittore e giornalista; Andrea Drigani, della Facoltà teologica dell’Italia centrale; Ugo Barlozzetti, storico delle istituzioni militari; Enrico Nistri, storico. (ps)