Il Premio Pieve - Banca Toscana, organizzato dall’Archivio dei diari, è giunto alla sua ventiquattresima edizione e domenica 14 settembre si conoscerà quale, fra le centinaia di testi autobiografici pervenuti quest’anno, sarà risultato il più interessante agli occhi della giuria popolare e di quella nazionale.
L’Archivio dei diari è frequentato da storici e antropologi, da registi e sceneggiatori, da giovani ricercatori che vengono da ogni parte del mondo a leggere le storie di persone comuni che hanno scritto di sé per lasciare una traccia della loro vita.
L’edizione 2008 del Premio, si terrà a Pieve Santo Stefano, cittadina della Valtiberina in provincia di Arezzo, dal 12 al 14 settembre e sarà dedicata al tema ideali e utopie.
Ideali coltivati e infranti, utopie rincorse. Temi che traversano molte delle storie protagoniste di questa edizione. Incontri con autobiografie appassionate e diari insoliti. A ottant’anni dalla fine della Prima guerra mondiale e a quarant’anni dal ‘68, le narrazioni che vengono presentate quest’anno toccano gli eventi di queste due ricorrenze, dagli ideali patriottici e dai sogni pacifisti infranti sulle trincee della Grande Guerra, al fervore del maggio francese.
Un numero speciale di “primapersona”, il semestrale dell’Archivio dei diari, sarà dedicato a questo evento che verrà presentato da Marcello Flores, lo storico del ’68, e vedrà la presenza del famoso fotografo Mario Dondero che pubblica sulla rivista il suo racconto per immagini del maggio francese. Altri argomenti si rincorrono intorno al tema di ideali e utopie: la diletta patria di un garibaldino, il miraggio dell’emigrazione nei racconti teatrali di Mario Perrotta, i diritti del lavoro, dalle lotte per le riforme agrarie di fine Ottocento al precariato nei call center di oggi, l’attivismo politico, l’emancipazione femminile nelle immagini cinematografiche del pluripremiato film di Alina Marazzi, Vogliamo anche le rose, nel quale i brani di diario che fanno da filo conduttore provengono da quella banca della memoria creata da Saverio Tutino a Pieve che oggi è una capitale riconosciuta della memoria.