Da Pechino Luca Pisano E' tempo di chiusura e allora,anche se mancano ancora delle gare, già si può fare il bilancio e mettere in risalto i grandi protagonisti di questa XXIX olimpiade. Ci sono medaglie che luccicano più di altre anche se il metallo è sempre lo stesso e del più prezioso. Se a Pechino si è transitati dalla piscina olimpica, la più splendente, scusate, le più splendenti sono state certamente quelle dell'americano Phelps, otto in totale più qualche record del mondo. Spostandosi di pochissimi km, nello stadio dell'atletica, altre luci hanno abbagliato e illuminato la scena.
La Giamaica, ma è meglio dire il mondo si è esaltato con Bolt, tre volte d'oro e per tre volte demoliti i vecchi primati mondiali. Passando dal re della velocità eccoci alla regina dell'asta, la bella russa Isinbaeva che con un salto da 5,05 ha stabilito anche la nuova altezza da superare. Dunque 12 metalli dei più preziosi, di una luce più intensa ,più forte delle altre anche se quasi dello stesso luccichio sono state le medaglie conquistate, una dal panamense Saladino che con un balzo davvero lungo, 8,34 m, ha regalato a se stesso e alla sua nazione il primo storico oro olimpico, e quella dell'olandese Van der Veijden che ha vinto nella 10km fondo di nuoto, non solo il gradino più alto del podio, ma anche la lotta contro la malattia avendo sconfitto la leucemia. In chiusura il bronzo memorabile dell'Afghanistan con Nikpai nel takewondo -58kg.
C'è sempre spazio per un cacciatore di aquiloni.