Venerdi 25 luglio alle ore 18.30 al Museo d'Arte Sacra di Camaiore viene inaugurata la mostra "Ecce Ancilla Domini. L'iconografia della Vergine Annunziata in Matteo Civitali". Per la prima volta in assoluto verranno esposte insieme in una mostra le cinque sculture lignee dell'Annunziata realizzate da Matteo Civitali (Lucca 1436 – 1502) . La mostra è a cura del Comune di Camaiore e della Sovrintendenza di Lucca con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
La mostra Ecce Ancilla Domini
L’iconografia della Vergine Annunziata in Matteo Civitali scultore, si svolge al Museo d’Arte Sacra di Camaiore da venerdì 25 luglio – inaugurazione alle ore 18.30 - per concludersi martedì 30 settembre.
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 23.30. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. La mostra e a cura del Comune di Camaiore e della Sovrintendenza di Lucca e grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Ecce ancilla Domini
Con queste parole Maria risponde all’angelo che Dio le ha inviato per annunciarle la nascita di un figlio, concepito dallo Spirito Santo. Dapprima spaventata e turbata, la Vergine accetta la volontà del Padre, permettendo così che si realizzasse il suo disegno di salvezza.
Il mistero e la grandezza dell’incarnazione, di un Dio che acquista in tutto la natura umana tanto da aver bisogno di una madre, trova la sua rappresentazione nella figura di una giovane che, consapevole della propria fragilità e debolezza, con stupore e pronta adesione, accoglie questo segno d’ amore. Senza Maria niente sarebbe stato possibile, niente avrebbe avuto inizio.
Per questo l’Annunciazione rappresenta un momento fondamentale del storia della Salvezza e la sua rappresentazione è stata soggetta a varie interpretazioni a seconda della riflessione che la Chiesa ha avuto sul ruolo di Maria, sulla sua verginità e sulla natura stessa del dogma.
Analizzando così il percorso iconografico di questo tema, evolutosi nel corso dei secoli, si possono evidenziare le tracce del lento consolidarsi del primato di Maria: è lei la necessaria mediatrice per l'ottenimento di ogni grazia, la persona in cui si ricongiungono la perfezione ideale di una dea e la concretezza fisico-storica di una creatura.
L’essere nel quale più di ogni altro si raccolgono tutte le doti e le virtù umane, immagine della perfezione e bellezza di Dio. Ed in questo modo ce la mostra la sensibilità artistica rinascimentale: una giovane dai tratti aggraziati che di fronte alla imperturbabilità del messaggero celeste, simbolo dell’eterno, dell’assoluto, sviluppa un complesso repertorio di sentimenti, esempio delle dinamiche emotive che sottendono alla nostra esistenza.
Le cinque sculture lignee dell’ Annunziata, opere di Matteo Civitali per la prima volta messe a confronto in una mostra, ci presentano una Vergine che non assume un atteggiamento spaventato o sorpreso, non alza gli occhi per fissare il celeste visitatore, ma sembra assorta in una riflessione, quasi come niente di straordinario le accadesse intorno.
Come intenta a seguire un pensiero o ad ascoltare una voce interiore, Maria, dopo aver udito il messaggio divino, senza apparenti segni esteriori, senza enfasi, accetta umilmente.
L’Annunziata di Camaiore, della quale si ha notizia a partire dal 1491, era venerata nella Insigne Collegiata di S. Maria Assunta.
Purtroppo è fra le cinque sculture quella che più delle altre ha subito le ingiurie del tempo e dell’uomo che ne hanno alterato profondamente l’aspetto. Il recente restauro dell’opera, che viene ampiamente illustrato in occasione di questa esposizione, ha ridonato alla statua l’ antico splendore recuperando volumi e forme che si erano perduti.
Accanto all’ opera camaiorese sono esposte l’Annunziata proveniente dalla chiesa di S.
Michele di Mugnano, quella della chiesa di S. Maria dei Servi, di San Frediano e di S. Cristoforo. Il suggestivo allestimento è stato curato dall’architetto Glauco Borella mentre il catalogo della mostra si apre con una originale introduzione del Vicario Diocesano don Marcello Brunini e contiene saggi di Andrea Ruberti, Pier Paolo Dinelli e Antonia D’Aniello.