Se il 2007 è stato un anno negativo, il 2008 si prospetta ancora peggiore per l’artigianato e la piccola impresa della Toscana meridionale: problemi in tutti i settori, manifatturiero, servizi e costruzioni, e fatturato complessivo in calo; la congiuntura più critica si presenta a Grosseto, Siena è in rallentamento, mentre ad Arezzo si registra la situazione migliore. Questo il quadro che emerge dal “Rapporto Trend, consuntivo 2007 – prospettive 2008”, l’analisi congiunturale sull’economia della tre province della Toscana meridionale (Arezzo, Grosseto, Siena) promossa da Cna, in collaborazione con Irpet e Istat, ed effettuata attraverso dati oggettivi, quelli della contabilità delle imprese, presentata oggi, venerdì 11 luglio, a Grosseto alla presenza di numerosi amministratori locali e regionali.
“TREND” è un’analisi economica effettuata con report semestrali attraverso dati reali, estratti dalla contabilità di un campione di ben 6.000 imprese artigiane e pmi, dati che consentono di ipotizzare su basi attendibili il ciclo e la congiuntura economica.
Quindi un’indagine conoscitiva sulle piccole imprese della Toscana meridionale utile per il sistema economico, ma anche per enti e istituzioni locali. Il valore di TREND è proprio nella sua periodicità e continuità, fattori che consentono di valutare la validità dell’analisi. Cna Toscana infatti ha presentato alla Regione un progetto per estendere l’analisi TREND a tutta la Toscana.
“Il rapporto TREND– riassume Roberto Castellucci, responsabile Area Economica Cna Toscana - evidenzia per tutta la toscana meridionale una situazione di crisi pesantissima senza segnali di miglioramento.
Esiste una difficoltà di ordine generale, legata al contesto economico internazionale, che incide su tutte le imprese, ma il nostro paese cresce meno del resto dell’Europa e, drammaticamente, la Toscana cresce meno dell’Italia”.
“E la provincia di Grosseto – aggiunge Renzo Alessandri, direttore Cna Grosseto - è il fanalino di coda dell’economia regionale. Nel 2007, rispetto all’anno precedente, l’artigianato, cioè il sistema produttivo prevalente in provincia, ha perso oltre 100 milioni di euro di fatturato.
In Maremma l’industria manifatturiera è poco più di una testimonianza e il PIL prodotto dall’industria, non a caso, è la metà della media regionale; dopo l’edilizia prevalgono le attività di servizi, alla persona prima ancora che alla produzione”. “E’ un dato di cui tenere conto – afferma Alessandri - Si registra troppo spesso, a livello politico ed istituzionale, una visione “industrialista” dell’economia a fronte di un’industria che invece non c’è. Va recuperata l’attenzione alla piccola e piccolissima impresa sui versanti della semplificazione amministrativa, dell’accesso al credito e degli incentivi all’impresa.
Troppo spesso, nel promuovere l’innovazione, favorire l’internazionalizzazione e privilegiare il trasferimento tecnologico, si accolgono i desiderata di pochi e si trascurano, incomprensibilmente, le aspettative e le attese della parte prevalente – e forse meno “assistita” – del sistema imprenditoriale toscano. Si tratta, se non di invertire, quanto meno di correggere una tale tendenza”.
“La struttura dell’impresa toscana necessita di aiuti particolari – conferma Castellucci - Siamo alla vigilia dell’attuazione delle misure del POR (il ‘programma operativo regionale’, che determina il trasferimento delle risorse Ue nel sistema delle imprese): ci attendiamo dalla Regione attenzione e sostegno importante per il sistema economico della piccola impresa toscana”.