(Vienna) Spesso le aspettative verso la finale di un torneo importante come il Campionato Europeo sono deluse da scialbe conclusioni, decise talvolta ai rigori. Non è successo questa sera al Prater di Vienna, dove gli spagnoli di Aragones hanno battuto con merito la Germania. La miglior tecnica, il miglior fraseggio e un ‘ottima impostazione tattica hanno permesso agli iberici ,dopo qualche incertezza iniziale, di prendere saldamente in mano le redini della partita e di imporsi su una Germania fisicamente forte ma priva di un gioco efficace.
E’ stata la solita Germania atletica e grintosa,che è spesso ammirata per la concretezza, ma raramente esprime un bel calcio. E stasera ha vinto il calcio spumeggiante e bello degli iberici, che hanno creato di più, mettendo in crisi la debole e lenta difesa tedesca.
Eppure erano partiti con veemenza i ragazzi di Loew . Sulla fascia sinistra Lahm e Podolski non incontravano ostacoli e nelle geometrie si incastrava Klose, che in grande spolvero metteva in difficoltà Marchena. La Spagna soffre e sembra tardare ad esprimere il suo gioco.
Per un quarto d’ora la forza della Germania riesce ad impedire agli iberici di mostrare la qualità di gioco evidenziata nelle partite ,che hanno permesso di arrivare senza sconfitte alla finale. I ragazzi di Aragones riescono,per così dire, a scuotersi, quando Iniesta penetra sulla sinistra e lancia un pallone che deviato da Metzelder, per poco, non si trasforma in autogol. E’ il 14’ e la Spagna cambia passo grazie agli ottimi , Senna, Xavi, Fabregas, e Torres . Ed è proprio Torres, detto"El Niño", la punta che sostituisce l’infortunato Villa, a cambiare la partita al 33’.
Fabregas verticalizza per Torres che si beve Lahm e anticipa Lehmann in uscita, mettendo in rete. La Spagna, sostenuta da un formidabile centrocampo, potrebbe raddoppiare due minuti dopo, ma Silva spara alto su cross di Iniesta dalla sinistra .
Nella ripresa è ancora la Spagna a condurre il gioco. L’unico difetto delle furie rosse è forse di non riuscire a finalizzare le ottime giocate dei centrocampisti e delle punte. Eppure gli spagnoli ci provano più volte. Tra l’8 e il 10’ con Xavi che dal limite mette fuori di poco, poi con Silva , quindi con Torres, fermato dall'uscita disperata di Lehmann.
Non c’è partita. La Germania si rinforza in attacco con Kuranyi, ma non riesce a pungere. L’unico brivido per gli spagnoli è un tiro di controbalzo di Ballack. Poi solo la Spagna che non riesce a segnare il secondo goal, ma tiene in pugno la partita sino al fischio di Rosetti.
Dopo quarantaquattro anni La Spagna vince meritatamente il campionato d’Europa.
Alessandro Lazzeri