Comunità montane: approvata la legge di riordino

Redazione Nove da Firenze
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25 giugno 2008 18:48
Comunità montane: approvata la legge di riordino

FIRENZE – Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge di riordino delle Comunità montane. Hanno votato a favore i consiglieri dei gruppi del centrosinistra (38) e mentre si sono astenuti i consiglieri dei gruppi del centrodestra (14).
“Giudizio positivo sul provvedimento e sul lavoro svolto”: questo il commento di Giancarlo Tei (Ps). “Sono tra quelli che per natura amano definirsi riformisti – ha detto – Ma questo termine è ormai talmente abusato che non si capisce più che cosa voglia dire.

Le riforme vanno bene ma non se sono fatte nel giardino degli altri”. Tei infatti ha affermato di non condividere su questo aspetto i contenuti della finanziaria 2008. “La crisi della pubblica amministrazione in Italia è un dato reale – ha aggiunto – ma non è abolendo un ente piuttosto che un altro che si rilancia la qualità della PA: bisogna casomai mettere mano in maniera complessiva al quadro normativo di questo Paese, e quando si affrontano tematiche che riguardano tutto il territorio è necessario ascoltare il territorio e agire con una larga condivisione”.

“In Italia – ha ricordato - esistono ancora 300 enti inutili inseriti in un elenco fatto negli anni ’70, ed esiste ancora l’Ente per la soppressione degli enti inutili: forse è da qui che bisognerebbe partire”. Per Anna Annunziata (Pd) è necessario “sottrarsi a posizioni troppo generiche e qualunquiste”. “Nei territori montani le Comunità possono essere uno strumento utile, per mantenere i presidi umani nelle zone più difficili e per garantire i servizi ai cittadini: ne siamo consapevoli ed è con questo spirito che dobbiamo discutere del riordino”, ha detto.

Per la consigliera inoltre è importante anche la possibilità di istituire le unioni di Comuni, e proprio a questo fine la consigliera ha citato il caso del Comune di Montignoso, che fa parte della Comunità montana dell’Alta Versilia, fra quelle da sopprimere: il Comune infatti non potrà associarsi ad altri, perché l’unione è impossibile fra enti di province diverse e Montignoso confina proprio con comuni di altre province. “Capisco il criterio generale, ma credo anche che prevedere eccezioni in casi particolari non comprometterebbe l’asse riformatore complessivo della legge”, ha affermato.

“Una legge che si limita ad alcuni adempimenti in zona Cesarini ma che non fa passi avanti significativi per cambiare gli assetti istituzionali nella nostra regione”. Questa l’opinione di Giuseppe Del Carlo (Udc), per il quale “in Toscana c’è stato negli anni un proliferare di enti, associazioni, consorzi, comprensori, aree vaste, aree metropolitane e quant’altro, e servirebbe davvero uno sforzo di razionalizzazione maggiore”. Del Carlo però ha salvato della proposta di legge la previsione delle unioni di Comuni.

“E’ chiaro che il punto di riferimento sul territorio è il Comune ed è chiaro che se si trovano forme di associazione per una gestione ottimale dei servizi ai cittadini questo va bene”, ha detto. Un aspetto condivisibile anche per Jacopo Ferri (Af), per il quale anzi “la trasformazione delle Comunità montane in unioni di Comuni avrebbe dovuto essere la strada maestra per la predisposizione di questa proposta di legge”, mentre sul fronte delle riforme il testo “si ferma molto prima”.

Ferri ha criticato poi alcuni aspetti relativi agli assetti organizzativi e ai compiti dei diversi organi, annunciando alcuni emendamenti, mentre ha dichiarato di appoggiare la richiesta avanzata da Anna Annunziata di prevedere la possibilità di eccezioni: “Inserire una norma che possa tutelare piccole realtà come quella di Montignoso mi sembrerebbe giusto e apprezzabile”, ha concluso. “La Toscana è la terza Regione italiana ad approvare una legge di questo tipo. Solo ieri l’ha fatto la Lombardia, che ha deciso di ridurre le sue Comunità montane da 30 a 23 – ha ricordato Nicola Danti (Pd) – Il nostro dissenso nei confronti di questa previsione della finanziaria è noto e si è manifestato in un atto anche più forte, un ricorso alla Corte Costituzionale, presentato insieme alla Regione Veneto.

Analogo atteggiamento dovremmo tenere se a settembre davvero il Governo approvasse la soppressione totale di questi enti”. Per Danti la legge toscana responsabilmente risponde ai requisiti della finanziaria, nondimeno contiene elementi che “potrebbero lasciar intravedere alcuni pericoli per le Comunità montane”. “Ad esempio – ha detto - personalmente non mi rassegno alla trasformazione delle Comunità montane in unioni di Comuni. Anche perché le unioni rischiano di costare addirittura di più”.


“Non condivido la riforma varata con l’ultima Finanziaria del Governo Prodi ma visto il mio impegno alla disciplina di gruppo e di coalizione, voterò a favore di questo provvedimento”. Così il consigliere del Pd Marco Remaschi che ha aggiunto: “Credo nella Comunità montana come strumento di promozione e di governo del territorio. Voto a favore della legge, ma sono contrario alla riforma che ha l’ambizione di rappresentare”. “L’idea legittima che soggiace nel provvedimento – ha spiegato il consigliere - ha convinti estimatori almeno nella struttura amministrativa della Regione.

Molti meno in chi vive dall’interno e nel territorio il lavoro dell’ente Comunità montana”. Remaschi, ricordando di aver vissuto una “importante esperienza in questo ente”, ha sottolineato di vedere nella proposta di legge di riordino un “cattivo servizio al territorio montano. Nessuna rivendicazione alla difesa di uno status quo – ha avvertito il consigliere – ma alcuna voglia di condividere il giudizio negativo che sulle Comunità montane come enti del territorio emerge chiaramente nel provvedimento”.

Per Remaschi, “oggi siamo a certificare un punto d’incontro necessario che evidenzia una presunta riforma sostenuta da molti come il ‘male minore’. Non c’è quindi nulla di personale nel mio ragionamento, solo la manifestazione di un progetto diverso nella materia”. “Pur riconoscendo il lavoro svolto dalla Giunta regionale e dall’assessore Fragai, il nostro voto sul provvedimento sarà di astensione”. Così il capogruppo di An Roberto Benedetti che ha spiegato la posizione rammentando che “in attesa di decisioni imminenti da parte del Governo nazionale, esiste il rischio concreto che il peso specifico di questa proposta di legge sia uguale a quello di una meteora”.

Il riordino organizzato dall’esecutivo regionale, secondo Benedetti potrebbe quindi “avere vita breve”. Secondo il capogruppo, “nel corso del dibattito dalla commissione all’Aula, lo scenario complessivo è cambiato. Un fatto che si sarebbe dovuto tenere in maggior conto”. Benedetti ha quindi manifestato alcune perplessità in ordine a questioni quali “l’opportunità di intervenire su un argomento così complesso come il governo del territorio inserendo una norma in finanziaria. Si dovrebbe – ha detto - affrontare il punto in un contesto più ampio che preveda tutti gli aspetti del governo del territorio”.

Sul fronte dei tagli, il capogruppo ha ribadito come “la legge finanziaria abbia pensato solo a quanto si risparmia senza porsi il problema di quanto e a cosa servono le Comunità montane”. Enti che secondo Benedetti “in certe condizioni servono”. Sulla governance, ha insistito, “si poteva incidere in altro modo ripensando l’assetto di governo e non solo tenendo in piedi equilibri che paiono più che altro di potere”. Ribadito anche che a “governare le Comunità montane deve essere solo la Conferenza dei sindaci in quanto espressione diretta dei cittadini”.

Per Benedetti si è quindi “persa un’occasione per incidere di più e meglio” ma si è detto “tutto sommato favorevole all’ipotesi di prevedere l’unione dei comuni, anche se il progetto va approfondito”. A conclusione del suo intervento, il capogruppo ha chiesto “maggiori garanzie per territori come quelli insulari non previsti come Comunità montane ma che ci sono e necessitano di tutele” annunciando che proprio sui questi temi il gruppo di Alleanza nazionale ha presentato emendamenti”.


Soddisfazione per “l’articolo che prevede l’istituzione della Comunità dell’Arcipelago”, è stata espressa dalla consigliera di An Marcella Amadio che pure ha invocato maggiore chiarezza da parte della Giunta toscana. “Quando l’assessore – ha detto - comunicò il numero delle Comunità montane che sarebbero state soppresse, prima delle elezioni, in assenza di chiarezza su quali fossero, io parlai di roulette russa”. La consigliera ha quindi espresso una moderata soddisfazione alla proposta di legge ricordando come la previsione di istituire la Comunità dell’Arcipelago “risponda alla volontà della Giunta di accogliere l’indirizzo emerso durante la riunione a Portoferraio del 9 maggio scorso.

In quella sede – ha evidenziato Amadio - si era creato una sorta di trasversalismo e di collaborazione per rispondere appieno alle necessità del territorio”. La consigliera ha quindi evidenziato come nel passato queste Comunità “a qualcosa saranno pur servite. Pensiamo quindi alla riduzione dei costi, ma anche a mantenere una collaborazione bipartisan nel preservare i servizi per territori, come quelli insulari, assolutamente svantaggiati rispetto al continente per mobilità, istruzione, accesso alle strutture sanitarie e quant’altro”.

Amadio ha quindi auspicato un’andatura “meno matrigna” da parte della Regione nei confronti dell’Elba in particolare. “Proprio pochi giorni fa – ha puntualizzato - leggevamo la notizia di una riduzione del personale sanitario nel presidio di Portoferraio, a conferma degli svantaggi continui che vengono riservati alle isole”. Consenso “convinto” alla proposta di legge è stato espresso dal consigliere del Pd Fabrizio Mattei, secondo il quale il lavoro della Giunta è stato “importante” e quello della commissione “impegnativo”.

“La questione – ha detto Mattei - è rilevante e non scontata. La riforma che si intende varare ha come obiettivo il risparmio e il taglio non è insignificante. Andiamo ad abolire 6 Comunità montane su 13”. “È un lavoro fatto con fatica – ha ricordato il consigliere - portato avanti dalla Giunta con il territorio e nel territorio. La sintesi che ne è scaturita è quella di consenso su una proposta di taglio e di risparmio. Una sintesi fortemente innovativa – ha concluso Mattei – non emendabile, che offre risposte a quello che la società toscana ci chiede”.
Una discussione “non rituale, a tratti intensa e sotto molti aspetti vera”.

Così il consigliere dei Comunisti italiani Marco Montemagni che ha ribadito come la proposta di legge sul riordino degli enti locali abbia avuto una “gestazione partecipata”. Per il consigliere, occorre però non tenere “visioni ragionieristiche” ma operare per una “vera e condivisa riforma”. “Non si può procedere – ha detto – come per la questione dell’Ici che sta portando al disastro le casse dei Comuni”. “Il provvedimento tiene dentro una proposta di riduzione del danno che non mi sento di fare a cuor leggero.

La Comunità montana dell’Alta Versilia – ha ricordato il consigliere – ha ben operato. Le politiche per la montagna sono state identificate con estrema chiarezza nel Piano apposito e occorre continuare su questa strada per mettere e rimettere al centro dell’azione di governo quest’importante capitolo”. Soddisfazione “convinta” a quanto detto dal consigliere Montemagni è stata espressa dalla capogruppo del Prc Monica Sgherri: “Sì alla mitigazione del danno che ci porta a dire che questa non è la migliore delle leggi possibili”.

Per Sgherri, il Consiglio regionale ha “un cappio al collo: o approviamo il provvedimento o si cade nella scure dell’azzeramento totale delle Comunità montane”. Per la capogruppo occorre comunque riportare al centro del dibattito e del lavoro istituzionale la montagna con un’attenzione “maggiore e diversa”. “Oggi – ha concluso – per necessità ingoiamo un boccone amaro”. “Dai dati che emergono, si evince chiaramente che il taglio porterà ad un risparmio di oltre tre milioni di euro.

Tre milioni di cui solo 50mila costituiscono i compensi di amministratori. Abbiamo sì tagliato, ma non è certo una risposta di tanto rilievo”. Così il capogruppo dei Verdi Mario Lupi che si è detto convinto che il “passo fatto è positivo. Il riordino non è inutile, ma adeguato ad un approfondimento maggiore e più consapevole su che tipo di azioni occorre fare”.
“Nel pieno rispetto delle norme scritte nello Statuto del Consiglio regionale, siamo tra le pochissime regioni che vara un importante e significativo provvedimento in tempi brevissimi”.

Così l’assessore alle Riforme istituzionali e agli Enti locali Agostino Fragai al termine del dibattito in Aula sulla proposta di legge che prevede il taglio delle Comunità montane. “L’atto – ha detto l’assessore – apre ad uno sviluppo ulteriore che trova traccia nel Piano regionale di sviluppo”. Fragai si è detto “convinto” della necessità di riformare il sistema delle autonomie locali: “semplificare per governare meglio è la nostra bussola. Si fanno sforzi non in un’ottica di riduzione delle sedi democratiche quanto per evitare inutili e costosi doppioni”.

Fragai ha quindi ribadito come il provvedimento “non cambia in alcun modo la vita dei cittadini e delle imprese dei territori dove si opereranno i tagli. Le politiche regionali sono estremamente chiare in questo senso: tutti i cittadini, siano essi dentro o fuori le Comunità montane, hanno gli stessi diritti”.

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