Dal 5 giugno anche la Libreria Feltrinelli di via De’ Cerretani sarà aperta nelle ore serali: nessuno sfugge al diktat del profitto, e se il mercato si orienta verso la liberalizzazione totale, anche la storica libreria si adegua. Ma le libraie e i librai non intendono tacere sulle modalità con cui si è attuata questa decisione: “ci hanno semplicemente messo al corrente del nuovo orario di apertura, ci hanno comunicato i nuovi turni e hanno rifiutato di farsi carico delle maggiori spese che andremo a sostenere.
Siamo amareggiati e abbiamo deciso in assemblea di rendere pubblica questa vicenda”.
Infatti, la scelta aziendale di estendere l’orario di apertura della Libreria alle ore serali (fino alle 23,30) nasce certamente da valutazioni di tipo economico, ma non può essere portata a compimento in modo che gli unici a doverne sostenere i costi siano lavoratrici e lavoratori.
“Abbiamo fatto presente in più occasioni che i lavoratori coinvolti dal turno serale e notturno andranno incontro ad un aggravio di spese, sia per la necessità di dover utilizzare il mezzo proprio, sia per il fatto che durante le ore serali i costi relativi al pasto sono almeno doppi, vista la vocazione turistica della nostra città” così Giuliana Mesina, della Filcams CGIL, che continua: “Se poi si valuta il costo sociale, in termini di tempo sottratto alla famiglia e alla propria vita privata, è ovvio che l’impatto di una scelta commerciale di questo tipo non può che essere notevole.
Ci preme sottolineare poi che questa decisione verrà messa in pratica senza alcun accordo sindacale”.
Inoltre, la Feltrinelli intende coprire i turni serali anche con l’assunzione di un part-time a 16 ore, in palese contrasto con quanto sottoscritto nel Contratto Integrativo Aziendale, che prevede l’utilizzo del part time con un orario minimo settimanale di 20 ore. E’ questa l’occupazione che la Feltrinelli intende creare?