Il volume, che si apre con due prefazioni, una di Massimo Fanfani e Nicoletta Maraschio, l’altra di Angelo Stella, ed è corredato da indici dei nomi, dei fenomeni e dei termini notevoli, si compone di 20 saggi, suddivisi in due sezioni: I. La carta stampata, II. Radio, tv, web, che prendono in esame la lingua usata dai politici e dai giornalisti nelle diverse situazioni comunicative nel corso della campagna elettorale del 2006.. L’analisi è stata condotta su un campione ampio e variato di testi (manifesti, articoli, dibattiti, interviste, dichiarazioni, spot, blog) di diffusione nazionale e regionale.
Quella del 2006 è stata una campagna lunga e attentamente preparata, grazie anche alla figura del campaign manager o spin doctor.
Cominciata all’insegna della questione morale, nella dialettica tra una presunta superiorità morale della sinistra e l’accusa di collateralismo da parte degli avversari, è continuata con l’offensiva mediatica di Berlusconi, le polemiche sulla par condicio, sull’endorsement dei giornalisti, sui candidati impresentabili e sulle auspicate quote rosa, sulla lunghezza VS sintesi dei programmi dei due poli e sulla compattezza VS divisione degli schieramenti (a proposito di temi come le unioni civili o le grandi opere).
È culminata poi nella guerra delle tasse (cuneo fiscale contro ICI) e in quella dei sondaggi (dal temibile effetto band-wagon), combattute a caccia del voto degli indecisi e conclusesi, all’indomani dello spoglio elettorale, con una vittoria di misura, un paese spaccato e l’ipotesi, presto tramontata, di una grande coalizione alla tedesca.
Arricchito da 6 interviste a linguisti e storici della lingua italiana (Giuseppe Antonelli, Ilaria Bonomi, Maurizio Dardano, Riccardo Gualdo, Andrea Masini, Luca Serianni) e da 4 interviste ai responsabili della comunicazione politica per i principali partiti (Vincenzo M.
Campo per L’Ulivo, Gianni Cuperlo per i DS, Lucio Malan per Forza Italia, Federico Mollicone per AN), il libro fornisce un quadro completo della nuova comunicazione politica italiana, tra semplificazione, velocizzazione, spettacolarizzazione e radicalizzazione dello scontro.