È questo il segnale emerso con maggior forza dall’assemblea degli artigiani del conto terzi tessile di Confartigianato Prato, riunitisi ieri sera, mercoledì 2 aprile, per fare il punto sulla situazione e tracciare una linea di priorità sui problemi più urgenti da risolvere e sui quali chiedere aiuto e garanzie anche da parte dei candidati alle prossime elezioni. Problemi che sono molteplici, per una categoria che negli ultimi anni ha sofferto più di ogni altra la perdurante crisi del tessile.
Eppure, dalla stessa drammaticità di alcuni interventi, è possibile toccare con mano la passione di questi artigiani per il loro lavoro e la loro volontà di continuare, purtroppo mortificata da un quadro generale che lascia sempre meno spazi di sopravvivenza.
“Chi è presente stasera, crede ancora nel tessile pratese”, ha sottolineato il presidente del contoterzi tessile dell’associazione, Andrea Belli e proprio su questa voglia di continuare a lottare si è innestata la discussione sulla necessità di poter competere in un sistema dove le regole vengano rispettate da tutti.
Accanto infatti al fenomeno delle imprese di imprenditori extracomunitari, in particolare cinesi, che in ancora troppi casi continuano a lavorare in modo quasi completamente fuori dalle regole, si affiancano anche aziende gestite da italiani che a loro volta ricorrono a sistemi illegali di gestione del lavoro. “E’ necessaria – ha sottolineato il presidente dei tessitori, Luca Giusti – una crescita culturale di approccio al lavoro. Le proposte e gli intenti non devono esaurirsi nel corso di un’assemblea, ma continuare anche fuori da qui”.
Ma il problema dei problemi è, e rimane, quello della mancanza di commesse di lavoro. L’inizio del 2008 non sta infatti portando, finora, segnali positivi su questo fronte.
“L’associazione – ha detto il presidente Stefano Acerbi – è al fianco delle imprese per la ricerca di questo lavoro che stenta ad arrivare, mettendo a disposizione la sua esperienza dal punto di vista economico e di marketing per trovare risorse, creare un nuovo business e di conseguenza le condizioni per nuovi investimenti e anche prendendo in considerazione l’aggressione di nuovi mercati.
Ma diventa indispensabile, a questo punto, fare rete e aggregarsi”.