Marina di Carrara, 16 novembre 2007 – Cresce la presenza delle donne nel volontariato toscano, ma non il loro peso nei ruoli decisionali, nelle posizioni che contano. E' il dato di fondo che emerge e trova conferma in una ricerca promossa dal Cesvot, realizzata dal Centro nazionale per il volontariato (Cnv), presentata oggi nel corso di un'iniziativa nella terza giornata di Dire&Fare. Nella nostra regione le donne costituiscono il 53,5% dei volontari, e cresce soprattutto, come anche a livello nazionale, l'impegno da parte delle più giovani.
Ma questo non comporta risultati significativi in termini di rappresentanza, se è vero che la presenza femminile nei ruoli di vertice delle organizzazioni toscane si colloca in una media che va dal 18% di Lucca ed Arezzo al 23% di Firenze e Pisa. Meno di un'associazione toscana su quattro ha quindi una presenza femminile negli organi di rappresentanza, una realtà peggiore rispetto ad altre regioni del Centro Italia ed anche in rapporto ad alcune realtà europee. “La realtà del volontariato rispecchia quello che avviene nella società in genere – ha sottolineato oggi Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna, consigliera del ministro per le Pari opportunità –.
Il punto vero è che finchè manca una partecipazione attiva e la presenza delle donne nei ruoli decisionali non si può parlare di democrazia compiuta, e questa assenza ha prodotto un rallentamento nelle sfide che coinvolgono il paese, ha causato lentezza nell'acquisizione dei diritti. Occorre muoversi nella direzione della consapevolezza che quelle femminili sono grandi risorse per produrre cambiamenti nella condivisione dell'assunzione di responsabilità”. La presenza delle donne nelle realtà del volontariato, in Toscana e non solo, è dunque in crescita, “ma è quasi incomprensibile la resistenza nel Paese all'affermazione femminile nei ruoli di responsabilità – ha sostenuto Carmen Lasorella – presente a coordinare l'iniziativa.
Il problema della rappresentatività è comune ad ogni ambito, così come la crescita della presenza femminile in ambiti professionali come la medicina e la magistratura”.