Massa Carrara, 11 ottobre 2007 – Burocrazia: ma quanto mi costi? Lo slogan preso a prestito da una nota campagna pubblicitaria di un’altrettanta nota compagnia telefonica mai è calzato così perfettamente. La storia emblematica, questa volta non riguarda telefoni e tariffari, ma il conto “salato” di interessi - oltre 100 mila euro - che un’azienda apuana, una delle tante in Toscana ed in Italia, ha dovuto sopportare prima di poter avere le autorizzazioni per dare il via alla costruzione di un capannone in una delle ex aree industriali della Provincia di Massa Carrara.
Dal momento della richiesta allo sportello unico per le attività produttive di Carrara al via di ruspe ed operai ci sono voluti più di sei mesi. Mesi di rincorse, sollecitazioni e “fai da te” per cercare di accelerare i passaggi (Arpat, Asl, Vigili del Fuoco etc) di mano di carte bollate e firme, consultazioni e timbri. Troppi, un enormità, per chi investe milioni di euro ed è costretto, ogni mattina, a presentarsi davanti al terreno acquistato e trovare solo terra e cumuli assieme alla smania di iniziare a “lavorare” mentre il conto interessi “frutta” purtroppo non nel senso sperato.
Non è la Cina il nemico numero, piuttosto è la burocrazia, il nemico che l’Italia tiene dentro il grembo, costo e stress occulto, fermo motore e danno economico, a cui gli imprenditori, nuovi e vecchi, devono pagare dazio prima o poi. Secondo l’Istat su base dati 2006, gli oneri amministrativi pesano mediamente 12 mila euro sulle casse delle imprese e costano in termini umani 100 giornate di lavoro. A denunciare il meccanismo farraginoso e lento della Pubblica Amministrazione è la Cna di Massa Carrara che chiede urgente “uno snellimento delle pratiche per le autorizzazioni, corsie preferenziali per le imprese che non possono permettersi, in un periodo difficile e fragile per il sistema economico-sociale, di aspettare, e tempi certi”.
Da tempo se ne parla ad ogni livello, in molti promettono, in pochi fanno. Intanto le aziende corrono e rincorrono, pagano interessi che forse ripagheranno, forse no. Forse chiuderanno ancora prima di avere iniziato a saldare un debito che non sono stati loro a produrre. La burocrazia è il primo costo da mettere in preventivo. “Oggi chi decide di fare impresa deve essere un extra terrestre – provoca il Presidente di Cna, Dino Sodini – perché ci vuole davvero molta passione per decidere di aprire un’impresa.
E’ infatti davvero un’impresa in tutti i sensi. In questo mondo c’è posto solo per i furbi mentre per le imprese e le associazioni che seguono le regole ci sono solo muri. I furbetti scappano, le imprese pagano quando avrebbero bisogno di tempi certi e certezze”. E’ amaro il commento del Presidente di Cna. Altre aziende hanno avuto difficoltà e ritardi ingiustificati nell’ottenere autorizzazioni e permessi. “La lentezza della macchina amministrativa rispecchia l’inefficienza della classe politica.
Io ho grande rispetto per le strutture pubbliche ma per far si che non venga fuori il “grillismo” che ha investito la politica in questi mesi ci vogliono fatti e risposte. E’ un malcostume tutto italiano, nel resto dell’Europa non ci vogliono anni per avviare i lavori; se tutti facessero il proprio lavoro non saremo qui a dibattere, ancora, sui costi della politica e su quelli che gravano sulle imprese. Purtroppo la Pubblica Amministrazione è vissuta dalle imprese come un ostacolo e non come un alleato”.
Sodini ci va giù duro: “Lo Sportello Unico è nato con l’obiettivo di snellire le pratiche e di ottimizzare i servizi per facilitare le imprese e velocizzare gli iter. Questo deve fare, e non rallentare – conclude provocando ancora Sodini - A che serve un servizio che non funziona? Facciamo prima a girare in prima persona tra i vari uffici di competenza che aspettare che sia qualcun altro a farlo. Il loro anno, sono i sei mesi di chi ha passione e voglia. Chiediamo tempi certi e adeguati alle esigenze delle imprese”.