Università: il Dipartimento di Chimica in un progetto europeo per lo sviluppo di nuovi farmaci

Redazione Nove da Firenze
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03 ottobre 2007 14:06
Università: il Dipartimento di Chimica in un progetto europeo per lo sviluppo di nuovi farmaci

Firenze, 3 ottobre 2007- Da domani sono presenti a Firenze per una serie di riunioni operative i membri di un Consorzio europeo che ha ricevuto un finanziamento di 3,2 milioni di euro dall’Unione Europea – nell’ambito del VI Programma quadro di Ricerca e sviluppo tecnologico – per sviluppare nuovi farmaci a base di inibitori di metallo-enzimi, e più precisamente di enzimi che contengono lo zinco (denominati zinco-enzimi). Al progetto partecipa il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, nella persona di Andrea Scozzafava, ordinario di Chimica generale e informatica.

Lo zinco, elemento chimico diffuso e indispensabile per i processi vitali, è presente in tutte le maggiori classi di enzimi; gli zinco-enzimi sono implicati in malattie di larga diffusione come per esempio il cancro, le infiammazioni, il glaucoma oppure l’obesità. Il progetto DeZnIT (Design of zinc metalloenzyme targeted drugs using an Integrated Technology approach) intende progettare – attraverso un approccio tecnologico integrato – inibitori specifici per questi enzimi che potranno aver applicazioni come farmaci, andando a colpire le varie isoforme (o varianti) dell’enzima coinvolte nei vari processi degenerativi.

I farmaci attualmente in uso clinico sono, infatti, inibitori non specifici e, a causa della interazione contemporanea con le differenti isoforme dell’enzima, mostrano anche effetti collaterali indesiderati. Il consorzio – guidato da una compagnia biotech di Oxford University, InibOx – è formato da sette partner con esperienze diverse del settore: vi partecipano, oltre alla stessa Università di Oxford, anche danesi, olandesi, lettoni e finlandesi. Al Dipartimento di Chimica dell’ateneo fiorentino è attivo da anni un gruppo di ricerca leader mondiale nella sintesi e progettazione di inibitori delle anidrasi carboniche, oggetto di attenzione delle multinazionali del settore farmaceutico, che operano sia nel settore oftalmico che in quello degli antitumorali.

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