Firenze – La tutela e la valorizzazione del patrimonio agricolo sono le finalità della nuova norma in materia di imprenditore agricolo e imprenditrice e di impresa agricola in Toscana. Il Consiglio regionale ha infatti approvato, ieri, la proposta di legge che investe sui soggetti che operano nel settore, sugli strumenti attraverso i quali l’attività è esercitata e sul contesto entro cui imprenditori e imprenditrici si trovano ad operare.
La legge, che è stata illustrata in Aula consiliare dal Marco Remaschi del Partito democratico, ha come aspetto strategico il riconoscimento dell’imprenditore agricolo professionale.
Remaschi ha messo in evidenza l’apporto dato dalla commissione Agricoltura, della quale è presidente, all’iter formativo del testo approvato, evidenziando che, con l’adozione della nuova disciplina, si procede ad abrogare la vigente legge dell’imprenditore agricolo risalente al gennaio 1994.
Remaschi ha evidenziato l’introduzione del parametro della redditività dell’azienda agricola, che la legge statale non contempla, che pone le basi per coniugare l’imprenditore agricolo qualificato con l’impresa agricola qualificata.
Remaschi ha inoltre evidenziato che la commissione Agricoltura ha inserito nel testo diversi emendamenti, accogliendo anche osservazioni giunte attraverso le consultazioni, fra cui quello che stabilisce il tempo di lavoro dei produttori apistici. Inoltre la commissione ha ritenuto opportuno specificare, con appositi emendamenti integrativi, anche le capacità professionali e formative dei futuri imprenditori agricoli.
Il capogruppo Mario Lupi dei Verdi ha evidenziato come l’agricoltura, oggi, sia sempre più multifunzionale e come fare agricoltura, ormai, voglia dire fare anche cultura, formazione ed economia.
L’assessore all’Agricoltura, Susanna Cenni, ha affermato di condividere gli emendamenti presentati dalla commissione Agricoltura e come anche le osservazioni avanzate da Lupi trovano spazio, nella sostanza, nel programma di governo della Giunta toscana sulle politiche agricole.