A partire dal 2 giugno, fino al 17 settembre 2007, le sale del Museo Archeologico di Fiesole ospiteranno la mostra “I Segni della Terra”, dedicata al ceramista e scultore fiorentino Paolo Staccioli. L’esposizione, che si inaugurerà sabato 2 giugno, intende ripercorrere, attraverso un itinerario suggestivo di commistione fra arte antica e contemporanea, il percorso artistico e culturale di Staccioli, che rappresenta oggi, nel panorama della scultura toscana contemporanea, una delle figure di primo piano. L’idea che ha mosso la predisposizione del percorso espositivo vuole, innanzitutto, sottolineare la rivisitazione, da parte dell’artista, del patrimonio artistico antico, etrusco in particolare, che Staccioli ha eletto, fin dagli esordi, come una preziosa fonte di ispirazione, interpretandone e reinventandone le forme ed i significati.
Per questo si dovrà leggere la miriade di temi che Staccioli propone con un filo di continuità con la collezione permanente del Museo Archeologico fiesolano: la sua, rimane un’arte che ha il merito di offrire allo spettatore lo spunto per una visione rinnovata, ed ancora attuale, del patrimonio artistico millenario della sua terra. È un percorso che volge a sottolineare dunque una sintesi, una contaminazione fra tradizione e sperimentazione, e che esplica, con estrema chiarezza, quanto il dialogo con le proprie radici storiche possa coniugarsi con il linguaggio fresco ed innovativo dell’arte contemporanea.
Le opere in mostra costituiscono una scelta antologica della vastissima attività dell’artista, e sono indicative sia della produzione fittile che, soprattutto, di quella scultorea. Un cammino attraverso il quale Staccioli ha reso forma, con la complicità del colore squillante ed iridescente della ceramica, ai temi cari al suo immaginario. Temi che, nelle varie versioni affrontate in un trentennio intenso di attività, saranno esposti in varie installazioni, nelle Sale del Museo Archeologico.
Il visitatore potrà ammirare vasi di grandi dimensioni, sempre rinnovati nel colore e nel motivo decorativo, nonché sculture di viaggiatori, guerrieri, cavalli, e quanti altri soggetti sono stati cari all’immaginario di Staccioli, dall’esordio nei primi anni Settanta fino ai giorni nostri. La mostra continuerà inoltre nell’area antistante l’ingresso del Museo, poiché saranno esposte sculture, in ceramica ed in bronzo, di grandi dimensioni. Il giorno del vernissage, fissato per sabato 2 giugno dalle ore 18.30, sarà allora il momento per cogliere la spettacolarità e la freschezza del linguaggio di Paolo Staccioli, nonché l’occasione per celebrare una tappa così significativa del suo itinerario artistico, e di vita. A disposizione dei visitatori vi sarà il catalogo “Paolo Staccioli.
I segni della Terra” (versione bilingue italiano-inglese), a cura di Elisa Gradi, De Paoli ed. d’Arte, con ampia sezione illustrativa delle opere.
Ultimoweek end, a Fiesole, per visitare la mostra “Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia”, a cura di Giovanni Faccenda. L’esposizione, che in questo mese e mezzo ha attirato a Fiesole migliaia di visitatori, è visitabile ancora oggi e domani, dalle 9.30 alle 19, nella bellissima Basilica di Sant’Alessandro, mentre una piccola ma preziosa sezione è dislocata al Museo Archeologico, che nelle sue sale ospita quattro significative opere di de Chirico.
Settanta opere scelte, fra capolavori noti, importanti inediti e ritrovamenti recenti, per un’intrigante rivisitazione storica; una mostra curiosa e inusuale costruita intorno alla geniale, ma anche tanto discussa, figura di Giorgio de Chirico, al suo stretto legame con Fiesole, frutto dell’amicizia e delle frequentazioni nella casa di Giorgio Castelfranco, suo primo mercante e mecenate, e delle visite ideali in quella Villa Bellagio che ospitò le ultime riflessioni tardo-romantiche del suo maestro prediletto, Arnöld Böcklin.
“Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia” rientra nel nutrito programma di iniziative che il Comune di Fiesole insieme a Fiesole Musei ha messo in cartellone per il 2007, con l’occasione riapre un percorso integrato che consentirà con un unico biglietto di visitare, oltre alla mostra, il Museo e l’Area archeologica, il Museo Bandini, il Parco e la Villa Peyron, la Fondazione Primo Conti.