Il legame di Firenze con Giuseppe Garibaldi, il significato profondo dell'iniziativa dedicata all'eroe dei Due Mondi, le prossime celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia: sono questi i temi toccati dal sindaco Leonardo Domenici, alla presentazione della mostra "Garibaldi fra Storia e Mito", che si è aperta oggi nella Sala Bianca di palazzo Pitti, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per prima cosa il sindaco ha salutato il Presidente anche a nome dell'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che Domenici presiede e che "col suo patrocinio - ha detto - ha voluto sottolineare la partecipazione delle città alla celebrazione del bicentenario della nascita del popolare eroe: le rappresentanze e i gonfaloni dei comuni garibaldini che vediamo in questa meravigliosa sala di Palazzo Pitti ne sono testimonianza".
Domenici ha poi salutato e ringraziato la città di Nizza, il Comitato Nazionale per le celebrazioni presieduto dal Sottosegretario ai Beni Culturali Andrea Marcucci, la soprintendente al Polo Museale Cristina Acidini. "Alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e alla Fondazione Filippo Turati, ai loro presidenti Cosimo Ceccuti e Maurizio Degl'Innocenti, promotori e curatori della Mostra va il merito di aver saputo selezionare opere, cimeli, documenti dell'epopea garibaldina e di averceli presentati in una esposizione sorretta da un esemplare impianto storico e filologico".
Domenici ha poi voluto ricordare la figura di Giovanni Spadolini: "Dobbiamo a lui molto di ciò che fra poco vedremo visitando la mostra. Fu proprio in occasione del centenario della morte di Giuseppe Garibaldi, di cui Spadolini presiedeva il Comitato nazionale per le celebrazioni, che arrivarono da tutta Italia importanti donazioni. Una ricchezza che la Fondazione tutela e arricchisce anno dopo anno per metterla a disposizione degli studiosi, dei ricercatori e della città; per trasmetterne la memoria alle più giovani generazioni".
"Firenze ha un legame antico con Garibaldi - ha detto ancora il sindaco - Firenze è stata la prima città a far conoscere nel nostro paese, attraverso la penna di Cesare De Laugier, nel 1846, all'indomani della battaglia di San Antonio, le gesta del generale in America Latina. E fu un artigiano fiorentino di Borgo San Jacopo, Francesco Vagnetti, a forgiare poco dopo la spada d'onore che alcuni democratici fiorentini donarono a Garibaldi, invocando il suo apporto alla causa italiana. Numerose furono le occasioni e gli eventi che lo portarono nella nostra città, a cui rimase legato per sempre da sentimenti di gratitudine e di amicizia.
Ricordo fra gli altri il medico fiorentino Ferdinando Zannetti, che lo salvò dopo la ferita di Aspromonte: i suoi strumenti chirurgici sono esposti alla mostra, insieme alle testimonianze di plauso pervenutegli da ogni parte del mondo". Il sindaco ha poi ricordato la "personalità straordinaria" di Garibaldi, uno dei primi eroi moderni. "Firenze avverte viva, oggi, l'eredità di Garibaldi. Le sue aspirazioni all'indipendenza e all'unità nazionale avevano trovato, già nella lingua di Dante, la loro prima legittimazione.
Né possiamo dimenticare un altro importante evento che lega la nostra città all'eroe del Risorgimento; un legame che aggiunge un significato ulteriore alla mostra che oggi inauguriamo: Firenze Capitale del Regno, cinque anni fondamentali per l'Italia e per la nostra città, che ripercorreremo in occasione delle Celebrazioni per il 150esimo Anniversario dell'Unità italiana attraverso un programma di iniziative e di manifestazioni che vedrà coinvolte insieme a Firenze, le città di Roma e di Torino.
Firenze saprà cogliere questa occasione per ricordare una pagina importante della sua storia e della storia d'Italia. Fatta di ideali, di passioni, di coraggio e di valori politici e civili di cui ancora oggi sentiamo il bisogno e di cui Giuseppe Garibaldi fu insuperabile interprete". (mr)