Giovane, laureato in materie scientifiche e con un ottimo livello di conoscenza della lingua inglese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2007 14:34
Giovane, laureato in materie scientifiche e con un ottimo livello di conoscenza della lingua inglese

15 maggio 2007- E’ il profilo “dell’artigiano tecnologico” emerso dall’indagine condotta da CNA Firenze su un campione di piccole e medie imprese. Alla base della ricerca, presentata oggi da Roberto Aiazzi, responsabile dell’Ufficio studi di Cna Firenze e dal Presidente dell’Associazione Mauro Fancelli, due interrogativi: dove finisce l’artigianato tradizionale ed inizia quello tecnologico? Ma, soprattutto, chi sono i nuovi artigiani tecnologici? In un settore dove l’innovazione risulta una delle componenti strategiche per dominare il mercato, era interessante capire come sia cambiata negli ultimi anni la figura dell’artigiano e quali sono le caratteristiche che contraddistinguono gli imprenditori più “evoluti”.

Oltre ad avere buone conoscenze tecnico-scientifiche, l’artigiano tecnologico è fortemente orientato al problem solving, ovvero utilizza le proprie tecnologie in maniera specifica per risolvere problemi specifici. E’ una sensore sensibile che raccoglie la domanda del committente e progetta soluzioni tecnicamente ed economicamente efficaci.
Questa nuova figura imprenditoriale, sempre più diffusa, raccoglie operatori prevalentemente giovani – fra i 35 e 44 anni – con titolo di studio elevato (laurea) in materie scientifiche quali ingegneria, matematica, informatica.

Il 17% del campione preferisce partecipare a convegni e fiere per approfondire ed aggiornare le proprie conoscenze mentre un altro 17% preferisce la consultazione di siti web e la partecipazione a master.
Il 73% degli intervistati sceglie i propri dipendenti fra persone di età compresa tra i 20 e i 39 anni con titolo di studio di scuola media superiore (diploma) o laurea. La forma contrattuale di gran lunga più frequente è il tempo indeterminato (88%), mentre l’apprendistato – tradizionale canale d’inserimento delle fasce giovanile nell’impresa artigiana – è del tutto marginale (3%).
Per quel che riguarda le qualifiche, pesi percentuali forti presentano i quadri e gli impiegati tecnici (23%), da un lato, e gli operai specializzati (19%), dall’altro.
Nelle imprese di artigianato tecnologico, in netto contrasto con quanto accade nell’universo artigiano, l’area del lavoro para-subordinato ha un suo innegabile spessore quantitativo (17% di tutta la forza lavoro disponibile al momento della rilevazione (2006).

Nella grande maggioranza dei casi si tratta di unità lavorative giovani e ben dotate dal punto di vista dei titoli di studio. Per tale via, l’impresa riesce a soddisfare due esigenze vitali ovvero, contenere i costi e disporre di una manodopera qualificata e duttile.
La cooperazione fra aziende è uno degli aspetti più consistenti all’interno della ricerca. Il 76% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver avuto nel periodo 2003-2006 esperienze di collaborazione con altre imprese, dal profilo simile.
La sinergia cooperativa sembra dunque essere una delle strade maestre per superare i rigidi vincoli delle ridotte dimensioni e della specializzazione dell’impresa di Artigianato Tecnologico.

Naturalmente la propensione a cooperare non è disgiunta dallo spirito di competizione e dalla difesa gelosa del proprio know how. Di particolare rilevanza appare la figura imprenditoriale del capo-fila, ovvero di colui che “cerca” le commesse, mette insieme un gruppo di piccole imprese, co-partecipa alla progettazione delle soluzioni, sempre rimanendo interlocutore privilegiato del committente.
Nell’indicare i parametri usati per valutare il “successo” di un’impresa, dall’insieme delle risposte emerge un quadro molto variegato ed equilibrato: accanto ad un 14% di risposte “tradizionali” (indicatori economico-aziendali: indici di redditività, soprattutto), è dato ritrovare un buon 20%, che fa riferimento alla costruzione-difesa della nicchia, un discreto 18%, che mette in campo il padroneggiamento delle tecnologie ed un altrettanto discreto 16%, che enfatizza la gratificazione creativa, il piacere dell’inventare.

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