Massa Carrara, 5 maggio 2007 – Capitano Nemo, protagonista del romanzo di Jules Verne “Ventimila leghe sotto i mari”, aveva scelto per il suo speciale sottomarino il nome di Nautilus. Un sottomarino fantastico, il primo con i motori che facevano uso di elettricità impiegando batterie di sodio-mercurio; un sogno e un progetto prima, diventato una macchina e una realtà poi, rivoluzionaria nell’immaginario collettivo del romanzo. Non c’è più Nemo, nemmeno il genio di Verne, ma ci sono 7 piccole imprese apuo-versiliesi che operano nel settore dell’impiantistica, della quadristica e dell’automazione industriale a dar forma e sostanza ad un nuovo Nautilus (Network And Unit To Investigate Labour Under Standing): questo il nome del progetto finanziato dalla Regione Toscana (250 mila euro la portata del finanziamento) per mezzo del bando “Prai Vinci” che vede coinvolte oltre alle 7 pmi apuo-versiliesi, due centri di eccellenza nel campo della ricerca - il Dipartimento di Informatica Elettronica e Telecomunicazioni della Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Economia Aziendale della Facoltà di Economia e Commercio entrambi dell’Università degli Studi di Pisa - con il parternariato della Cna di Carrara e della Camera di Commercio Industria e Artigianato di Massa Carrara.
Nautilus costituisce l’atto operativo (il sottomarino, per dirla alla Verne) delle sette piccole imprese che hanno deciso di unire le proprie forze e di creare una struttura “virtuale” in grado di presentarsi al mercato della cantieristica navale con un’offerta innovativa sia in termini organizzativi che tecnologici. Piccoli si è deboli, uniti si è grandi. Il progetto Nautilus, nato all’ombra delle Apuane con l’intento di aggredire il mercato della nautica da diporto con una strategia di differenziazione, introduce grazie al coinvolgimento delle Università, nuove tecnologie che consentiranno di integrare fra di loro i vari sistemi elettrici ed elettronici di bordo con conseguente riduzione dei costi della manodopera, della quantità di cavi elettrici impiegati per il cablaggio e dei tempi per la realizzazione delle parti elettriche ed elettroniche.
Effetti positivi anche in termini di sicurezza dove una minore interazione fra le varie maestranze impegnate nella realizzazione dell’imbarcazione eviterà un sovrapporsi dei lavoratori negli ambienti di lavoro e quindi, minori rischi. Vantaggi in termini di tempistica per il cantiere che potrà gestire con una maggior facilità la commessa potendo promettere il rispetto dei termini di consegna. La formula dell’aggregazione fra piccole e medie imprese, intrapresa con il Nautilus, ha la finalità di creare una struttura che sia in grado di far nascere e crescere funzioni avanzate nel settore del management (il settore della nautica in Italia è caratterizzato dalla presenza di pochissime aziende in grado di coprire l’intero ciclo produttivo, orientate alla realizzazione di imbarcazioni di grandi dimensioni e da un numero molto elevato di piccole e piccolissime imprese specializzate solo in alcune fasi della filiera) abbattendo quei grossi limiti (risorse finanziarie ed investimenti) che si chiamano innovazione tecnologica e organizzativa, e ricerca e sviluppo.
Un obiettivo considerato prioritario dalla Regione Toscana che vede in questa metodologia la possibilità di far superare al tessuto imprenditoriale regionale tutte quelle limitazioni tipiche delle Pmi.
Da un punto di vista organizzativo la struttura di Nautilus può contare, ad oggi, su quasi cento addetti, ripartiti fra ingegneri elettronici ed informatici, tecnici progettisti e operai. Un numero che potrà crescere qualora il progetto mantenesse le promesse con cui è stato concepito. Ecco come sette Pmi insieme diventano una soltanto: “complementarietà” è la parola d’ordine di Nautilus che permetterà alle aziende del consorzio di poter gestire per intero la fornitura elettrica ed elettronica necessaria per la costruzione dell’imbarcazione.