Firenze, 3 maggio 2007 - Venerdì 4 maggio 2007 i lavoratori dipendenti del DUTY FREE dell’Aeroporto di Firenze sciopereranno per 4 ore in segno di protesta contro il rifiuto da parte della Direzione ADF di incontrare le Organizzazioni Sindacali. La FILCAMS CGIL, congiuntamente alla FILT CGIL di Firenze, aveva a suo tempo richiesto un incontro alla Direzione aeroportuale poiché da mesi si sta preparando la sostituzione della società che attualmente ha in concessione la gestione del Duty Free attraverso un non ben definito meccanismo di appalto.
Ad oggi nessuna garanzia è stata data sul fatto che gli attuali dipendenti possano conservare il loro posto di lavoro, anzi, arrivano notizie confuse di subappalti a cooperative esterne le quali dovrebbero, appunto, rilevare l’attività. Per questo motivo e per la mancata risposta alla richiesta di incontro, la Filcams CGIL Firenze giudicando negativamente l’attuale stato delle cose e criticando fortemente la mancanza assoluta di relazioni sindacali, ha proclamato per venerdì 4 maggio lo stato di agitazione ed una chiusura di 4 ore (dalle ore 10.30 alle 14.30) del negozio posto all’interno dell’Aeroporto.
E mentre le lavoratrici e i lavoratori della Libreria hanno deciso di riunirsi in Assemblea Permanente dal 27 aprile scorso, ma ancora nessuna reazione da parte della proprietà, il vertice – tenutosi a Roma il 3 maggio scorso – tra i sindacati dei lavoratori di AnsaldoBreda di Pistoia con i vertici aziendali non ha scongiurato la possibilità, per l’azienda, di procedere ai 135 esuberi a Pistoia (su 300 in tutta AnsaldoBreda), paventando anche ulteriori misure quali la cassa integrazione, mobilità e fuoriuscite incentivate.
“Per questo – affermano i due Consiglieri regionali – abbiamo presentato una mozione urgente in Consiglio regionale per impegnare la Giunta ad assicurare ogni tipo di azione amministrativa e politica atta a scongiurare il depotenziamento dello stabilimento AnsaldoBreda di Pistoia, promuovendo al contempo una valorizzazione dello stesso quale realtà produttiva che rappresenta, insieme all’indotto, un patrimonio in termini di know-how sia per lo sviluppo economico dell’area pistoiese sia per l’intero comparto metalmeccanico toscano e a riferire periodicamente al Consiglio sugli sviluppi della situazione e sui risultati conseguiti.
Fermo restando la nostra solidarietà ai lavoratori, alle lavoratrici e alle famiglie interessate dall’intera vicenda. Già da tempo palesavamo il rischio di un depotenziamento. Oggi occorre che tutte le forze politiche, sindacali e istituzionali non solo locali e regionali ma anche nazionali uniscano gli sforzi affinché Pistoia non perda un punto di riferimento del proprio tessuto produttivo. Auspichiamo – concludono i due Consiglieri – che la Regione faccia sentire la propria voce, alla luce soprattutto degli impegni assunti dall’azienda nei confronti dei rappresentati Istituzionali locali e regionali per conservare presso lo stabilimento di Pistoia le importanti funzioni di programmazione e di controllo dell’intero gruppo industriale.