Firenze, 2 Maggio 2007- Maggioranza divisa sulla legge di stabilizzazione dei precari. Dopo un lungo dibattito, l’atto passa con 31 voti a favore (Ds, Margherita e Sdi) e 22 contrari (Cdl, Rc, Pdci, Verdi e Gruppo Misto). La legge approvata, già rinviata due settimane fa, ha registrato una discussione ampia ed articolata e ha fatto emergere divergenze all’interno di Toscana democratica. Divergenze che hanno suscitato preoccupazioni nel presidente della Giunta regionale che avrebbe invece auspicato un percorso condiviso anche in considerazione del fatto che la Toscana è la prima regione a legiferare in materia.
Molto ampia la discussione sui singoli articoli e sugli emendamenti, quasi tutti respinti a maggioranza. In particolare, il gruppo più consistente di emendamenti, presentato dai consiglieri di Rifondazione comunista, Verdi e Comunisti italiani, ha ottenuto anche il voto favorevole della Cdl, ma non è stato approvato per il voto contrario di Ds, Margherita e Sdi. Le modifiche riguardavano gli articoli su risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, enti dipendenti dalla Regione, immissione in ruolo a tempo indeterminato, riserva dei posti per soggetti che hanno già collaborato con la Regione e gli altri enti.
Respinti anche cinque emendamenti del Gruppo Misto, tre emendamenti dell’Udc, due dei Comunisti italiani ed uno di Alleanza nazionale. Approvato invece quello a firma Ds e Margherita secondo il quale la legge entra in vigore il giorno successivo alla data di pubblicazione sul Burt.
Poco prima della votazione, le dichiarazioni di voto che hanno delineato ancora più distintamente le posizioni dei vari gruppi. Per il portavoce dell’opposizione la legge non risolve il problema dei precari ma anzi afferma il principio che il merito non conta.
Per il capogruppo di An, la Giunta punta a favorire solo alcuni mentre vuole continuare ad avere le mani libere. Rammaricato il presidente del Pdci per il quale si è persa l’occasione di fare una buona legge. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Udc per il quale la legge non è per i precari, ma punta ad escludere chi ha diritti e titoli. Per il presidente di Rc, sono troppe le risposte mancate ed è necessario riaprire il tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali. Voto contrario anche per i presidenti di Verdi e Gruppo Misto per i quali la legge non raccoglie il dettato della Finanziaria.
Di parere opposto la Margherita per la quale la legge è buona e punta a favorire il ricambio generazionale.
Per il vicepresidente dei Ds e per il presidente dello Sdi, l’atto è apprezzabile e merita quindi il voto favorevole.
Il capogruppo di An, che ha anticipato il voto contrario del suo gruppo, ha espresso ampie riserve sia nel metodo che nel merito del provvedimento, in primo luogo perché disattende il principio del diritto al lavoro. Secondo l’esponente di An, il provvedimento interviene in modo strutturale nella materia del personale e dell’organizzazione della macchina regionale senza un piano industriale di riferimento e quindi senza una valutazione del rapporto costi/benefici.
Contestato anche il fatto che si stabilizzeranno solo alcune tipologie di lavoratori precari, creando al contempo precari di serie B, soprattutto quelli che, entrati in graduatoria a seguito di concorsi pubblici, non saranno stabilizzati.
Secondo un esponente del Prc, la legge Finanziaria ha marcato in senso positivo la possibile soluzione di un problema annoso: il superamento del lavoro precario nella pubblica amministrazione, che ha demolito un diritto costituzionale che avrebbe invece dovuto garantire.
Nonostante questo, ha aggiunto, il provvedimento di legge presentato in Consiglio regionale non è accettabile, perché non è frutto della pratica della concertazione. In questo senso, secondo il consigliere del Prc, la Regione Toscana dà un segnale preoccupante anche per la rotta che vorranno seguire gli Enti Locali. Per questo, annunciando una serie di emendamenti, ha annunciato il voto contrario al provvedimento così come è stato presentato.
D’accordo con il consigliere del Prc anche il presidente della commissione speciale Lavoro (Pdci), che ha criticato la rigidità dimostrata dalla Giunta regionale e dai Ds rispetto all’introduzione di alcune modifiche.
Il consigliere del Pdci ha inoltre ricordato che il Consiglio regionale, nel novembre scorso, aveva votato all’unanimità una risoluzione che garantiva gli stessi livelli occupazionali in forza al 31 dicembre 2006, mentre la proposta di legge prefigura una riduzione complessiva del personale.
Secondo il Portavoce dell’opposizione, la Regione, che aveva il dovere di non creare il precariato, ha oggi il dovere di dare una soluzione al problema. Ma – ha detto – non una qualunque soluzione.
E la soluzione prospettata dalla Giunta regionale è, a suo giudizio, contro ogni ragionevolezza e ogni apertura al confronto. Il Portavoce dell’opposizione, infine, ha criticato i meccanismi di selezione del personale della Regione in particolare e della Pubblica amministrazione più in generale, attuato da anni dalla sinistra toscana.
Un esponente dello Sdi ha respinto ogni approccio ideologico al problema e ha ricordato che il precariato esiste perché esiste una legge dello Stato che l’ha reso possibile.
Il consigliere, giudicando necessario che la politica si assuma la responsabilità di fare anche degli scontenti, ha detto che la legge è il frutto di un compromesso, perché è impossibile, con un unico passaggio, risolvere la complessità del problema del precariato, di chi è in graduatoria a seguito di un concorso e di chi è in cerca della prima occupazione. Quindi, sebbene la proposta di legge abbia dei limiti, lo Sdi ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo.
Secondo il gruppo Verdi la Commissione lavoro, che ha approfondito la questione attraverso vari incontri, è arrivata a formulare delle considerazioni che non sono state riprese nella legge: cosa che invece sarebbe stato necessario fare per rendere il provvedimento più incisivo.
In questo modo si rischia di non dare delle risposte adeguate alle esigenze manifestate anche dalla Rsu e dai rappresentanti sindacali.
I Ds hanno ribadito che la legge rappresenta uno sforzo sincero per dare una risposta veloce, tenendo insieme una serie di esigenze diverse di varie categorie di lavoratori.
Il gruppo Udc ha osservato che la norma della Finanziaria ha di fatto favorito una sorta di assalto alla diligenza e che, pur essendo oggettivamente difficile arrivare a un compromesso che possa soddisfare i bisogni di tutti gli attori coinvolti, la legge cosi com’è prevede forme concorsuali assolutamente non omogenee e rischia di creare macroscopiche ingiustizie.
Rifondazione Comunista ritiene la legge ancora insufficiente e ha affermato la necessità di inrodurre ulteriori modifiche per non escludere lavoratori da questo processo.
La Margherita ha sottolineato come sia necessario utilizzare la legge per rioganizzare rapidamente la macchina regionale, e che la cosa peggiore sarebbe snaturare con troppi interventi un provvedimento che non può risolvere da solo il problema complessivo.
Cosa migliore sarebbe farsi carico delle varie questioni emerse con provvedimenti successivi e affiancati.
Il dibattito è quindi proseguito con l’intervento della capogruppo di Rifondazione comunista, secondo la quale occorreva riflettere sul fatto che la legge non è stata condivisa ne’ dalle organizzazioni sindacali ne’ dai diretti interessati. Ha sottolineato il mancato accordo di concertazione con i sindacati e ha chiesto se era possibile modificare e migliorare il testo della proposta di legge.
Il presidente del Gruppo misto, invece, ha annunciato il voto contrario spiegando che se da una parte è positivo che la Regione Toscana abbia recepito le indicazioni della Finanziaria nazionale che favorisce la stabilizzazione del precariato, dall’altra è assai più negativo, secondo lui, che tale stabilizzazione, in Regione, avvenga in modo parziale e tenendo in conto solo il risparmio economico.
Il vicepresidente della Giunta toscana, che ha la delega al Personale regionale, ha affermato che la legge non si limita a stabilizzare il lavoro precario in Regione ma rientra in una strategia più ampia che mira a ridurre gli incarichi e le consulenze esterne, a ringiovanire l’età media del personale regionale ed a favorire l’ingresso di nuovo personale in Regione Toscana.
Secondo quanto affermato dal vicepresidente della Giunta, che ha ricordato come finora il blocco del turn-over nelle Pubbliche amministrazioni sia stato imposto dalle Finanziarie nazionali, da ora in poi le collaborazioni e le consulenze esterne verranno attivate in casi particolari e solo per attingere a specifiche professionalità.
L’approvazione da parte del Consiglio regionale della Toscana della proposta di legge con la quale la Regione intende stabilizzare i lavoratori precari dell’Ente, che parte dalle opportunità previste dalla legge Finanziaria 2007, ha avuto il plauso da parte dell’Uncem toscana (che rappresenta 165 comuni montani e 20 Comunità montane che gestiscono diversi servizi dei comuni associati).
A giudizio del suo presidente Oreste Giurlani “la proposta oltre a prevedere la stabilizzazione di un certo numero di precari prevede anche la cosiddetta “rottamazione”, cioè la risoluzione consensuale ed incentivata del rapporto di lavoro, del personale che abbia compiuto i 57 anni di età e che abbia maturato almeno 5 anni di servizio presso la Regione o gli enti o gli organismi dipendenti”. L’Uncem, che aveva partecipato al tavolo di concertazione con la Regione, insieme ad Anci e Urpt, ritiene che sia stato fatto un passo importante e che finalmente, al di là di possibili futuri aggiustamenti, la Toscana è stata una tra le prime regioni in grado di dotarsi di uno strumento legislativo ideoneo ad affrontare il problema dei precari.
“Nell’incontro già previsto per il prossimo 11 maggio - aggiunge Giurlani - con la Regione Toscana per sottoscrivere un protocollo d’intesa, indicheremo alcune cose da farsi per rendere operativa nel migliore dei modi la legge appena approvata dal Consiglio regionale, al fine di innalzare il sistema di tutele e garanzie per i lavoratori con contratto di lavoro coordinato e continuativo e per una loro attuazione omogenea su tutta la pubblica amministrazione”.