Il Comitato di Indirizzo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, azionista della banca, riunitosi ieri, preso atto della discussione e del parere dell'Assemblea, ha dato il via libera per l'integrazione della Banca Carifirenze nel gruppo Intesa Sanpaolo. Positivo il giudizio di Piazza Affari dove Intesa ha guadagnato l’1,7% (più 0,8% Carifirenze). Il fronte sindacale tuttavia annuncia battaglia e dissenso. Perplessità ad esempio da parte delle RSU sul futuro della Infogroup. Lapo Mazzei ha criticato la decisione del Comitato di indirizzo dell’Ente Cassa, che giudica una passiva accettazione dell'assorbimento di Cassa di Risparmio di Firenze nel gruppo Intesa-San Paolo.
"Il Comitato di indirizzo dell’Ente Cassa non solo ha ignorato i rilievi portati dai sindaci revisori all’intera operazione -commenta il Senatore di Forza Italia Paolo Amato- ma ha anche volutamente trascurato altre soluzioni (forse più rispettose dell’identità fiorentina e della storia della Cassa di Risparmio) per favorire il disegno di espansione del gruppo Intesa-San Paolo : la banca di riferimento politico del Presidente Prodi. Il quale, non a caso, punta ad inserirla in ogni grande affare; come insegna il caso Telecom.
L’assorbimento della Cassa di Risparmio di Firenze da parte del gruppo Intesa-San Paolo non è insomma un’operazione di mercato. Ma è, al contrario, un’operazione politica travestita da mercato. Il risultato sarà che la Toscana – e, più in generale, l’Italia centrale – finirà con l’avere due grandi poli creditizi egemonizzati dalla politica: il Monte dei Paschi dai Ds e il gruppo Intesa-San Paolo (con l’assorbita cassa fiorentina) dalla Margherita. Due poli creditizi peraltro entrambi legati al nascente Partito Democratico.
Un partito che avrà magari idee confuse sui suoi referenti ideologici, ma che possiede invece idee molto chiare sui suoi referenti finanziari. Sta di fatto che Firenze esce sconfitta da questa partita di potere, ordita e giocata nei salotti romani. Con l’assorbimento della Cassa di Risparmio da parte del gruppo Intesa-San Paolo, tutta un’altra serie di ruoli strategici, di funzioni di indirizzo e di centri direzionali abbandonerà infatti Firenze, impoverendola ulteriormente. E lasciando che la nostra declinante città venga considerata per quel che è ormai diventata: un territorio da colonizzare.
Il dramma è che tutto ciò avviene in silenzio. Nel silenzio incomprensibile dell’opinione pubblica. Nel silenzio enigmatico del Sindaco, evidentemente troppo impegnato ad occuparsi del futuro Partito Democratico per seguire vicende che sono cruciali per la sua città. Nel silenzio colpevole degli Enti locali, delle associazioni di categoria e di una classe politica tanto mediocre quanto pavida. Per fortuna tale avvilente silenzio viene oggi infranto dal grido indignato di un imprenditore coraggioso come Lapo Mazzei.
Uno che, come noi, non intende rassegnarsi al declino di Firenze.”