Firenze, 12 aprile 2007- Immaginiamo una grande parete di televisori accesi. Tutti, in contemporanea, trasmettono cartoon: serie tv, videocassette di vecchie favole, contenuti speciali in dvd. Un mondo di storie. Un mondo che schiude mondi. Con euforia e ironia, irruenza e furore, allegria e dolcezza. Rapiti e incantati gli sguardi degli spettatori bambini. Apprensivi, nostalgici, divertiti gli sguardi degli adulti. Irriverenti, i personaggi escono dalle storie per approdare su scatole di giocattoli, confezioni di merendine, vetrine di negozi e abiti di alta moda: la realtà si parcellizza in migliaia di schermi televisivi che ospitano eroi, supereroi, character.
Arriva in libreria per i tipi di Vallecchi, “Graffiti animati. I cartoon da emozioni a gadget” di Marilena Lucente, nella collana con/testi ( pagg. 176, euro 15.00), dedicata ai nuovi segmenti della comunicazione e alla loro capacità di incidere nei processi di trasformazione della società in cui viviamo. Con un colpo di coda, l’immaginario cartoon ha avvolto il mondo in una pellicola trasparente. Gradualmente, insistentemente, lo ha trasformato. Ha messo su casa: con i parchi a tema, le sale cinematografiche, i megastores Guardare i cartoon vuol dire osservare quello che accade in video, ma anche partecipare e farsi travolgere dall’insieme delle storie che le narrazioni animate sono capaci di creare e inventare.
Perché i personaggi di cortometraggi e di film sono compagni di gioco, gadget, miti e talismani della fantasia. Con loro, il patrimonio narrativo della tradizione popolare si è sintonizzato sulla modernità e si rinnova continuamente. Sono cresciuti e sono cambiati insieme, pubblico e cartoon. L’animazione esce dai confini sempre più labili della finzione e si inoltra nei territori della realtà. Alle storie gli spettatori chiedono emozioni esclusive, tattili, percettive. Indossano, mangiano, camminano in compagnia dei cartoon.
Un’esperienza ad altissimo tasso di creatività. Graffiti animati compie un’ampia ricognizione sui mondi dell’animazione, sulle poetiche e sui linguaggi degli autori. Dalla satira corriva dei Simpson alla cosmogonica fantasia disneyana, dai tapis roulant su cui scorazzano gatti, topi e conigli ai cieli immensi degli anime giapponesi, dai morbidi pupazzi di Carosello agli effetti speciali che trasformano in milioni di pixel gli attori in carne e ossa. Il libro scorre da un monitor all’altro e il racconto delle storie animate si intreccia alle biografie dei principali cartoonist, con incursioni sia negli studios dell’animazione sia nelle sale cinematografiche.
Prosegue poi indagando mode e manie, in compagnia di libri e giocattoli, rivelando in che modo le forme della visione hanno intercettato quelle del consumo, riconoscendo nell’animazione un collante emotivo che coinvolge spettatori di tutto il mondo e di tutte le età. Il percorso metodologico dell’analisi dei cartoon si avvale di un approccio originale, attraverso il recupero di materiali diversi: dalle notazioni critiche degli specialisti dell’animazione alle pagine di cronaca, dai volantini pubblicitari alle interviste degli autori.
Infatti, la storia della animazione è fatta anche di esperienze di visione. Vi confluiscono le indicazioni normative della pedagogia e della psicologia (che sovente lanciano i loro anatemi contro alcuni cartoon), il recupero affettivo dei programmi televisivi che hanno costellato la nostra infanzia, e la condivisione spasmodica e quotidiana nei fans club e nei siti internet specializzati. Tutto questo è cartoon. Un saggio che si legge come un romanzo. Una passeggiata lungo cento anni di storia dell’animazione – intercettando vie maestre e luoghi meno convenzionali - per raccontare come, anche attraverso i cartoon, noi stessi siamo diventati racconti, ospitando i personaggi della fantasia nei nostri spazi di vita, arricchendo il nostro tempo con quello che scorre dentro gli schermi.
Un linguaggio semplice e scorrevole, capace di delineare con precisione il mondo cartoon. Sicuramente il più sfrenato e irriverente degli universi narrativi. Marilena Lucente (1967), insegnante e dottore di ricerca in pedagogia, ha condotto ricerche sul rapporto tra cinema, televisione e immaginario giovanile. E’ autrice di numerosi saggi in riviste e volumi collettanei e di testi di narrativa. Tra i più recenti: Lo sguardo e l’immagine. Per una pedagogia del cinema, Pensa Editore, 2004; Scritto sui banchi, Cargo - L’ancora del Mediterraneo, 2005.
Sebastiana Gangemi