Sportivi all'insegna della salute. Fedele a questa parola d'ordine è entrato nella sua fase conclusiva il progetto “Vivicittà Test Runners 2007”, organizzato dal Comitato Uisp di Firenze e dall'Istituto di
Medicina dello Sport, in collaborazione con l'Università degli Studi di Firenze e l'Assessorato allo Sport del Comune, in vista della mezza maratona internazionale del prossimo 15 aprile.
Un'iniziativa che ha visto 6 'atleti per caso', 4 uomini e 2 donne, moderatamente sportivi o sedentari, iniziare ai primi dello scorso dicembre un programma di preparazione monitorata per correre i 21 chilometri della Vivicittà Firenze Half Marathon.
I dati emersi dalle verifiche intermedie hanno evidenziato un significativo miglioramento delle performance sia per quanto riguarda la soglia anaerobica che il massimo consumo di ossigeno da parte dei test runners, oltre a un aumento della velocità di soglia in media del 10%. "Questo progetto - spiega Sergio Califano, direttore dell'Istituto di Medicina dello Sport di Firenze - ci ha consentito un approccio innovativo a quella che è la nuova frontiera della medicina dello sport: la gestione in sicurezza e nel modo più proficuo possibile dell'attività fisica.
Un obiettivo che non esclude traguardi ambiziosi, ma che restano sempre dimensionati alle reali capacità e possibilità del soggetto. E' lo sport che si adatta all'uomo e non viceversa, come spesso accade a livelli agonistici anche non esasperati. Questo ci permette anche di valorizzare il ruolo preventivo e di 'supporto terapeutico' dell'attività fisica che, se svolta in modo ponderato, è assimilabile a una prescrizione medica e consente a soggetti che fino a pochi anni fa ne erano tout court esclusi, di praticarla in sicurezza traendone benefici anche per la salute e con soddisfazione, come dimostra per esempio il fatto che uno dei nostri test runners è diabetico".
Dai dati delle valuzioni intermedie effettuate sui soggetti impegnati nel progetto, emergono dati molto interessanti sul miglioramento delle condizioni psico-fisiche.
"Premesso che le condizioni di partenza dei test runners erano diverse - prosegue Califano -, il dato che accomuna tutti è il sensibile progresso della performance. Il check iniziale ha messo in evidenza anche situazioni che hanno richiesto ulteriori verifiche, come un problema posturale, alcune piccole "anomalie" in ambito cardiologico, e un'alterazione di alcuni parametri ematologici subito rientrata dopo adeguata correzione nutrizionale.
Questo conferma, pur nella ristrettezza del campione, la necessità di un approccio "guidato" per coloro che intendono svolgere attività fisica per evitare che questa sia inutile o addirittura si traduca in un danno. Dall'analisi dei dati sono emersi risultati eclatanti. Dal test della soglia anaerobica con metodo indiretto si è apprezzato uno spostamento della velocità di soglia in media del 10% con punte estreme del 6% (1) e del 20% (1). Anche dai dati della valutazione funzionale con ergospirometro, strumento che utilizza sofisticate apparecchiature computerizzate per l'esecuzione dell'analisi dei gas "respiro per respiro", durante sforzo, dell'aria respirata, è risultato un significativo miglioramento delle performance sia per quanto riguarda la soglia anaerobica che per il massimo consumo di ossigeno.
Inoltre, sia la soglia anaerobica che il massimo consumo di ossigeno sono stati raggiunti ad un carico di lavoro significativamente maggiore nella seconda valutazione rispetto a quella effettuata ad inizio preparazione. Questo risultato è stato raggiunto con una prescrizione del carico di lavoro che è stata individuale, considerando le esigenze e le peculiarità dei singoli. Questo è un concetto molto importante, in quanto solo un'adeguata personalizzazione del programma di allenamento e una periodica modulazione del carico di lavoro in base alle modificazioni indotte nell'organismo dall'attività fisica, entrambi attuati da personale specializzato, consentono di ottenere questi risultati ed inoltre evitano l'insorgenza di possibili effetti collaterali che un esercizio fisico continuativo può comportare".
Un'esperienza che si sta rivelando anche molto interessante sotto il profilo scientifico. "Con questo progetto, grazie anche all'apporto molto qualificato dell'Università, vogliamo confermare i risultati che negli ultimi decenni la letteratura scientifica sta ottenendo sull'argomento e cercare di aggiungere un ulteriore tassello alla ricerca dei numerosi benefici che l'attività fisica apporta alla salute di chi la pratica, sottolineando l'importanza di un continuo controllo di personale specializzato affinché tale pratica comporti miglioramenti e non danni.
Un grazie meritano i due responsabili operativi del progetto che sono il vice direttore dell'Istituto, dott. Flavio Alessandri, e il dott. Andrea Capalbo, prezioso Coordinatore per l'Università di Firenze e nostro Responsabile della Valutazione funzionale".